Ritiro diocesano fidanzati: “Ti fidanzerò a me”

È stato il passo del profeta Osea 2,21-22 il filo conduttore del ritiro diocesano dei fidanzati, proposto dalla commissione di pastorale famigliare guidato da don Gino Esposito e don Marco Fazio, avvenuto nel pomeriggio di domenica 10 dicembre 2023 presso la Parrocchia Santa Maria ad Nives in Schiavonea di Corigliano–Rossano, nell’Arcidiocesi di Rossano Cariati, il cui pastore e Vescovo, S.E. Mons. Maurizio Aloise, ha molto a cuore e segue con attenzione il cammino dei nubendi in vista del Sacramento del matrimonio.

Dopo la gioiosa accoglienza delle coppie dei fidanzati animata dal coro giovani diocesano e l’invocazione allo Spirito Santo attraverso alcuni segni da loro portati, il tema del ritiro “Ti fidanzerò a me” è stato approfondito con una meditazione sul passo biblico sopra citato. Prima di offrire ai fidanzati presenti spunti di riflessione per il cammino di coppia, don Nicola Mobilio, che ha guidato la meditazione, ha contestualizzato la vita e la storia del profeta Osea, la cui esperienza di vita personale e matrimoniale diventa paradigma per il cammino di tutte le coppie che si preparano a celebrare le nozze: la profezia è sempre legata alla storia e da essa parte. La storia di Osea riguarda un momento difficile per la storia di Israele: gli Assiri sono ormai alle porte del regno del Nord e il popolo deve cercare di resistere per non lascarsi andare a nessuna forma di idolatria e quindi di infedeltà nei confronti del suo Dio. Tuttavia, fa fatica Israele a non rompere quel legame di fedeltà sponsale che aveva caratterizzato il suo rapporto con Dio dai tempi dell’Esodo. E qui si inserisce la vicenda personale del profeta Osea: Dio gli ordina di sposare Gomer, adultera e traditrice e di avere da lei “figli di prostituzione (1,2)”. Osea, addolorato e disonorato a causa di una sposa che si dava alla prostituzione sacra e di una moglie adultera, è chiamato ad amare e riaccogliere con sé Gomer, allo stesso modo in cui Dio ogni giorno riaccoglie con sé e continua ad amare Israele, nonostante i continui atti di tradimento e di idolatria, definiti biblicamente una vera e propria prostituzione. Dal contesto storico – culturale di Osea emergono alcuni suggerimenti pratici per i futuri sposi. L’amore tra uomo e donna è modello e immagine, dunque sacramento dell’Amore tra Dio e il suo popolo: come Dio (lo Sposo) non si stanca mai di perdonare le quotidiane infedeltà del suo popolo (la Sposa) e ogni giorno gli usa misericordia, così nella vita di coppia bisogna costruire il rapporto sulla fedeltà, sulla lealtà e sul perdono reciproco. Dio educa e parla al cuore del suo popolo, lo conduce nel deserto e lo fidanza a sé, ricorda Osea: come per Israele il deserto ha rappresentato il luogo della prova, della tentazione, ma soprattutto l’occasione nella quale Dio ha sigillato il suo patto nuziale con il suo popolo, anche nella coppia è importante vivere momenti di “deserto” in cui, guidati da Dio, ognuno parla al cuore dell’altro, ci si conosce, si scoprono le proprie fragilità e i propri limiti e sostenuti dall’amore di Dio si vive il fidanzamento come luogo teologico in cui sperimentare la benevolenza di Dio.

I fidanzati, in vista del Sacramento del matrimonio, sono chiamati a lasciarsi raggiungere da Dio nel deserto della loro vita di relazione, a farsi precedere dalla fedeltà e giustizia di un Padre che raggiunge tutti anche nel punto più basso della propria vicenda personale, li risolleva, li salva e gli fa sperimentare la fioritura della grazia per un cammino fedele e autentico. L’ultima parte del ritiro ha visto le coppie dividersi in diversi gruppi, riflettere e meditare su alcune domande proposte alla luce della meditazione fatta e, dopo la preghiera finale, il rientro pieno di gioia e gratitudine per il pomeriggio trascorso insieme.  

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