Stemma

Secondo la tradizione araldica, lo stemma di un Arcivescovo ha uno scudo con una croce doppia arcivescovile, un cappello prelatizio (galero) con cordoni a venti fiocchi pendenti, dieci per ciascun lato, di colore verde, un cartiglio inferiore in cui è riportato il motto.

Nello stemma vi è il mare che richiama le origini di Mons. Maurizio Aloise nell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, che è lo stesso Mar Ionio che bagna l’Arcidiocesi di Rossano-Cariati.

Il colore azzurro del mare rimanda alla trascendenza e all’ineffabilità divina, inoltre si legge la purezza e la trasparenza, virtù, che si possono apprendere alla scuola di Maria. Dal mare sale una croce lievemente spostata sul fianco sinistro, perché a destra, in basso, compare la “M” di Maria.

Le stelle in alto, ricoprono diversi significati: la Santissima Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo; le tre virtù teologali, fede, speranza e carità; la Verginità di Maria, prima, durante, dopo il parto.

Nella tradizione cristiana Maria, aurora della redenzione, è invocata dal popolo in cammino come Stella del mattino, e da S. Bernardo come Stella del Mare (Omelia II sull’Annunciazione).

La stella a otto punte è un richiamo alla bellezza e perfezione specifici di Dio che in Maria trovano la realizzazione. Maria è la creatura dove il progetto di Dio si realizza in pienezza, la nuova Eva, poiché ha vissuto la sua fede alla scuola della Parola di Dio, Santa Maria, la “genitrice di Dio”, la “sola casta”, la “sola Benedetta”, la “Madre della Divina Grazia” è per l’Arcivescovo e per l’intero popolo cristiano un “porto e rifugio sicuro”.

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