Percorso formativo per i sacerdoti e le religiose delle Unità Pastorali e Fraternità Sacerdotali

Il servizio della leadership nella chiesa

Non so bene quale fosse la visione della diocesi di Rossano Cariati portata avanti dai vescovi che hanno preceduto Mons. Aloise o l’orizzonte dentro al quale hanno costruito il loro sogno di Chiesa i suoi predecessori.
Non ho letto i documenti o le lettere pastorali nelle quali sono stati disegnati gli obiettivi e i passi possibili di ristrutturazione pastorale allorquando la diocesi di Cariati è stata annessa a quella di Rossano o quando, anche da un punto di vista civile, Corigliano è diventata Corigliano Rossano, ma è certo che da allora la diocesi di Rossano Cariati che, geograficamente si estende, per la maggior parte del suo territorio, sul lungomare ionico può essere suddivisa o pensata su cinque aree o poli di riferimento.
Nell’intenzione infatti, o secondo la visione dell’attuale vescovo Maurizio l’area, che nel linguaggio pastorale, era già stata suddivisa nelle cinque vicarie potrebbe anche essere pensata su cinque zone pastorali riconducibili alle loro caratteristiche geografiche e culturali. Agli estremi della fascia in questione, ritroviamo Spezzano Albanese e Cariati che, con le parrocchie limitrofe, racchiudono le zone pastorali di Corigliano e Mirto Crosia mentre al centro, sede della cattedrale, rimane Rossano.
Si vanno configurando così, sempre più, nell’intenzione di Mons. Aloise, cinque poli o zone pastorali pensate non come obiettivi finali e chiusi ma come strumenti per una conversione spirituale e pastorale delle comunità insieme ai loro sacerdoti, nell’ottica della corresponsabilità missionaria. A questo scopo sono state completate, in questi ultimi giorni, dopo quelle dei vicari foranei, ai quali è affidato anche questo delicato compito, quelle dei consigli pastorali zonali.

Unità Pastorali e fraternità sacerdotali
All’interno delle zone pastorali, inoltre si vanno sempre più rafforzando i primi tentativi di creazione di unità pastorali, collaborazioni e fraternità sacerdotali chiamate non solo a mantenere in vita la pastorale ordinaria con i servizi liturgici e catechistici nelle singole comunità ma anche, sempre nella visione dell’arcivescovo, pensate per imparare a camminare insieme e a investire le risorse sempre più ridotte in nuove modalità di annuncio del Vangelo.

Un compito non facile perché sappiamo che le riforme nella Chiesa non si fanno “per decreto” ma passano attraverso la conversione di ciascuno in risposta alla Parola di Dio e agli appelli dello Spirito. Per questo, l’attuale “percorso sinodale” che sta coinvolgendo le diverse realtà ecclesiali ci indica un metodo e un’opportunità preziosa per interrogarci insieme su quale Chiesa stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi.

Un cammino di formazione

A questo proposito, iniziati lo scorso anno, stanno continuando in questo anno, gli incontri di formazione per i sacerdoti e le religiose che già condividono l’esperienza delle Unità Pastorali e delle fraternità sacerdotali. Guidati da Padre Luca Garbinetto, religioso presbitero della Pia Società San Gaetano, gli incontri hanno lo scopo di aiutarci a riflettere sulla nostra vita fraterna e sul senso della missione che ci è stata affidata favorendo la presa di coscienza dello stile pastorale che, probabilmente, abbiamo appreso in tempi e modalità diverse da quelle che viviamo oggi in cui siamo sollecitati continuamente a scegliere la comunione o la sinodalità come processo e come stile di vita.
Gli stimoli a riconoscere e di conseguenza a correggere talvolta o a imparare nuove modalità di collaborazione non mancano.
Non manca l’Incoraggiamento a promuovere forme di fraternità tra sacerdoti per sostenersi a vicenda a livello di amicizia, consiglio, collaborazione pastorale.
Non mancano stimoli a superare la chiusura campanilistica e l’autosufficienza di ogni parrocchia mettendole in relazione con le comunità vicine.
Non mancano esortazioni a ripensare il proprio territorio, le risorse pastorali, le collaborazioni vicariali o diocesane.
Non mancano sollecitazioni a promuovere la formazione e collaborazione degli operatori pastorali, in settori ‘trasversali’ o tra pastorali affini pur continuando ad offrire un servizio liturgico e una cura amministrativa alle piccole realtà più isolate, in modo che nessuna si senta esclusa o abbandonata.
Non mancano inviti ad abbandonare forme di governo solitario, non raramente impregnate di protagonismo, per aprirsi ad un modo nuovo di vivere le relazioni ministeriali, valorizzando i doni di ciascuno senza strumentalizzare l’altro.
Ma è soprattutto a partire dal ripensarsi come leader, senza dare per scontate competenze e attitudini, piuttosto scegliendo la via della conversione, dell’umile servizio, e dall’apertura a nuove possibilità di collaborazione con tutte le forze ecclesiali che si potrà avviare quel sogno di chiesa che a tutti chiede di perdere qualcosa. E ciascuno sa cosa lo Spirito suggerisce perché oggi come ieri… se qualcuno vuole andare dietro a Lui… (sr. Antonia)

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