«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5)

Il corpo del Maestro Gesù viene deposto all’interno di un oscuro sepolcro scavato nella roccia, serrato da un pesante macigno. È l’alba di un nuovo giorno, la notte si getta tra le braccia della luce che sta per rendersi visibile, e Maria Maddalena, Giovanna e Maria, madre di Giacomo, insieme ad altre donne, non esitano a mettersi in cammino portando aromi e oli per profumare quel corpo che porta su di sé i segni della violenza dell’uomo.
Ma l’avanzare delle donne sembra dover fermare i passi dinanzi all’irremovibile pietra sepolcrale; invece, ecco l’inatteso di Dio rivelarsi nella storia e nel tempo: niente si presenta agli occhi delle donne secondo quello che potevano aspettarsi di trovare! Non c’è più il corpo del crocifisso Gesù e quella grande pietra, che sembrava aver pronunciato una parola definitiva sulla sorte ultima dell’uomo, viene con forza ribaltata.
E alle donne, proprio da quella pietra ormai rotolata via dall’ingresso del sepolcro, viene proclamato l’annuncio più folle agli occhi di chi riduce la realtà alla corruttibilità della materia: Gesù, il crocifisso di Nazareth, è il Vivente, è Colui che, attraversando la porta degli inferi, con la sua risurrezione, dispiega il mistero dell’esistenza umana nella sua verità più profonda. Sarà proprio questo annuncio ricevuto a definire il senso della missione delle donne: gridare ad ogni uomo la notizia della risurrezione di Cristo che, nella fede professata, avvolge la vita del credente custodendola dalla paura della morte e dal vuoto esistenziale.
Le donne ci consegnano il primo servizio che ogni discepolo è chiamato a svolgere: coltivare e custodire la passione per l’annuncio della risurrezione di Cristo Gesù anche se ciò dovesse costare la non popolarità o l’essere considerati tra coloro che vaneggiano. Senza la luce dell’Amore Risorto, infatti, il rischio è quello di professare una fede cristiana radicata in una religiosità intrisa di una “morte rituale” e di un’in-animata attività pastorale!
Con Maria Maddalena e le altre donne siamo invitati inoltre ad apprendere l’arte della fedeltà alle piccole chiamate di ogni giorno. Nonostante il loro cuore ferito dal dolore e immerso nelle lacrime, nella notte, le donne preparano unguenti e profumi! Non si lasciano fermare dall’angoscia della morte ma cercano il modo per continuare a rendere visibile il loro amore per il Maestro! Non scappano dinanzi alla tempesta e all’aridità ma, con tenerezza, l’attraversano con una fragranza di profumo che richiama la promessa di vita contenuta nelle parole pronunciate da Gesù prima della sua passione: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”.
Guardando alla nostra esistenza che spesso si avvolge sul proprio tornaconto, alle relazioni che viviamo ogni giorno non sempre alimentate dalla gioia della fraternità, alla storia di oggi che si presenta il più delle volte ingiusta e ricca di contraddizioni, in tutto ciò, siamo chiamati a scorgere comunque la realizzazione quotidiana del Mistero Pasquale di Cristo e quindi a diffondere il profumo della fedeltà a ciò che siamo chiamati a vivere con responsabilità. Siamo infatti immersi in un continuo succedersi di eventi di morte che lasciano spazio alla vita che si rigenera e ciò, permette all’uomo di ogni tempo, di ritrovare fiducia ed entusiasmo ogniqualvolta si intravede la vittoria della vita su ogni tipo di esperienza che cede il passo alla morte a causa della superbia dell’uomo.
Dentro le guerre che si consumano con sempre più efferatezza, nelle diverse situazioni personali e comunitarie che generano sofferenza e rassegnazione, in ogni tipo di disagio che frantuma il cuore, è sepolto il seme della Vita risorta, pronto a germogliare per irradiare la luce di un’alba sempre nuova che rimette in cammino i passi di ogni buon viandante.
La porta di ingresso di ogni tipo di sepolcro invece di mostrarsi come l’ingresso verso il buio della disperazione, si presenta come apertura verso la promessa della vita eterna perché, nella redenzione operata da Cristo Gesù, non c’è sepolcro che non sia stato fecondato dalla Sua passione, morte e risurrezione.

Non può essere seppellita la Vita, non può essere imprigionata la Luce, non può essere rallentata la corsa dell’Amore di Dio che con forza ribalta le gelide pietre dal cuore umano; dunque:

Risorgi alla speranza dei cercatori di stelle
e lascia che Cristo possa ribaltare la pietra della sfiducia
quando sembra che tutto sia andato perso
nei sotterranei del fallimento e dell’impotenza umana;

Risorgi alla creatività degli innamorati
e lascia che Cristo possa togliere dal tuo cuore
la pietra della stanchezza e della noia
che rinchiudono il cuore nelle paure che paralizzano e nella tristezza che spegne la gioia;

Risorgi alla bellezza di essere perdonato
e permetti all’Amore Crocifisso di ribaltare il masso della rassegnazione ogni volta che sopraggiunge la tentazione di rimanere accovacciati nella solitudine dei nostri limiti e nell’angoscia del peccato.

È Pasqua! Niente è più come prima! Tutto si rinnova nella fedeltà di Dio!
Risorgi perché l’Amore ha già vinto per te!

don Maurizio

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