Omelia dell’Arcivescovo nella Solennità dell’Assunta

“Sotto il tuo manto noi cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio” 

Credo non ci sia migliore inizio per la nostra riflessione che il far riferimento a questo antico inno cristiano che da sempre vede la Vergine Santa proteggere con il suo manto di pietà e di misericordia il genere umano.

Anche noi, come i nostri padri, abbiamo fatto esperienza di questo ed oggi ci ritroviamo qui, intorno all’altare del Signore, per rendere grazie e sciogliere il nostro canto di lode a Maria e all’Altissimo che in lei si è specchiato per far giungere a tutti noi un raggio della Sua luce.

Mentre nel mondo si parla di questo giorno di festa facendo cenno al ferragosto o ai luoghi di vacanza, svuotando il senso di questa festa cristiana che ricorda la “Dormitio Mariae”, ovvero la sua pasqua da questa terra al cielo, per noi qui a Rossano non è così.

Oggi più che mai la festa di Maria assume anche per noi un profondo senso pasquale invitandoci a meditare sul passaggio dalla morte alla vita, sul quel pellegrinaggio che tutti siamo chiamati a compiere dalla terra al cielo, così come la parola ci indica nei suoi passaggi preziosi.

L’Apocalisse presentandoci questa donna stupenda, immagine della Chiesa, minacciata dal Drago e in procinto di partorire, ci addita in essa il popolo della nuova alleanza di cui Maria stessa ne è simbolo.

In Lei si cerca di attentare alla vita dell’uomo, alla sua salute spirituale, a quella integrità che l’amore di Dio ha restituito a tutti noi mediante il sacrificio di Cristo.

Non è minacciata l’integrità fisica ma quella ricchezza di valori che costituiscono il vero nostro tesoro e che venendo a mancare producono la rovina dell’uomo.

Il drago con la sua coda – ci dice il testo – trascina giù quelle stelle del cielo che altro non sono che i punti di riferimento della vita di ciascuno di noi.

Miei cari riflettiamo e pensiamo a come noi tutti, a livello personale e comunitario, sociale, svendiamo la vita dietro la seduzione di un pensiero che insinua il potere, il successo, il piacere come veri valori del vivere e che invece spaccano le coscienze, incrinano le relazioni, rubano la dignità del vivere e comprometteno la stessa vita sociale e comunitaria.

Spesso ci guardiamo intorno e la realtà con le sue fatiche sembra annullare la speranza di una vita realizzata, piena ma così non è.

San Paolo nella seconda lettura ci conferma nella fede salda di una vita cristiana che crede nella vittoria di Cristo sulla morte, su quella morte che uccide l’anima e preclude ogni speranza di salvezza.

Cristo ha decretato la morte della morte e in Lui ogni vita risorge.

Maria ne è il fulgido esempio: su di lei la corruzione della morte non ha trionfato e la sua assunzione al cielo diviene per noi preludio di una vita che continua, che rinasce e nella quale anche il corpo, il nostro corpo viene valorizzato nella luce dell’eternità.

Infine, anche il Vangelo ci offre un quadro palpitante di vita: l’incontro di due madri, la vita che incontra la vita.

Giovanni che sussulta nel grembo di Maria è una vera danza di gioia che celebra il prodigio di ciò che accade.

Miei cari fratelli e sorelle, oggi anche per noi questo prodigio dell’esistenza che si attesta sulla morte passa attraverso la contemplazione degli eventi vissuti.

Siamo stati preservati dalla morte, non solo perché non abbiamo registrato perdite ma direi soprattutto perché abbiamo preso coscienza di quanta vita, di quanto amore c’è nel cuore del nostro popolo, nel cuore di tutti noi.

In poco tempo e con meraviglia di tutti si è attivata una gara di solidarietà che tocca il cuore e ci porta a dire con forza: questa è vita!

Nel cuore di ciascuno si è trovato posto per qualcun altro: le mani si sono protese, i corpi si sono abbracciati, le nostre vite si sono incontrate in un’unica danza di grande solidarietà, di umanità vera, di carità autentica.

Dall’Amministrazione civile all’Esercito, dalla Protezione Civile ad ogni forma di volontariato, dalla Chiesa al singolo cittadino, tutti abbiamo messo in fuga il drago dell’egoismo e dell’individualismo lasciando sorgere la speranza di un giorno nuovo per Rossano e questo nostro amato territorio.

Protetti e preservati dalla Vergine Santa non possiamo che rialzarci dalle nostre ferite per attestare un futuro migliore per noi e i nostri figli, provando a disarcionare quelle visioni ristrette e anguste della vita spesso molto autocentrate sui nostri futili bisogni.

 Santa Madre di Dio:

non disprezzare le suppliche

di noi che siamo nella prova,

ma liberaci da ogni pericolo,

o Vergine gloriosa e benedetta.

Auguri, sia questo giorno ricco di benedizione per le nostre famiglie e accompagnati dalla Vergine Maria cantiamo con la vita la gioia di esistere. Così sia

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