L’Azione Cattolica della Arcidiocesi di Rossano Cariati domenica 22 gennaio ha promosso un convegno sulla figura di Armida Barelli dal tema: “La zingara del buon Dio: la storia di una donna che ha cambiato un’epoca”, con la presentazione del volume curato dal prof. Ernesto Preziosi, con prefazione di Papa Francesco.
“Il titolo del volume nasce da una sua risposta data alla governante la quale, vedendola tornare da un viaggio, le aveva fatto notare come gli abiti fossero in disordine”, spiega Ernesto Preziosi, storico, docente universitario, vicepostulatore della causa di canonizzazione, già vice presidente nazionale dell’Azione Cattolica e autore della biografia pubblicata dalla San Paolo. “Armida le rispose di sentirsi ormai una zingara… Era come dire che per compiere la sua missione tra le giovani lei aveva rinunciato a tutto”.
Il prof. Preziosi ha parlato della cofondatrice dell’Università Cattolica come “una tra le figure femminili più influenti del novecento, il cui influsso ha determinato un cambiamento sociale e culturale in migliaia di donne.
Diversi decenni prima del Concilio Vaticano II, Armida capisce che la sua vocazione è consacrarsi a Dio restando nel mondo. Il suo carisma evangelizzatore e missionario nasce dalla consapevolezza del ruolo dei laici nell’evangelizzazione.
Significativo quanto le scrisse in una delle lettere padre Agostino Gemelli, uno degli incontri fondamentali del suo percorso di vita e di santità: “il Signore faccia di lei una santa laica come erano le prime vergini martiri cristiane”.
Nel tratteggiare i momenti fondamentali del cammino della Beata, Preziosi ha ricordato le sue battaglie per l’emancipazione delle donne e per il voto “un femminismo che non è ideologico, ma ha la sua radice nel Battesimo”.
Da Milano, dove su richiesta dall’Arcivescovo cardinale Andrea Ferrari fonda la Gioventù Femminile di Azione Cattolica, su richiesta di Papa Benedetto XV poi estenderà l’organizzazione in tutta Italia dando a tante donne, anche al Sud, la spinta per organizzarsi, formarsi e impegnarsi.
Quel che più colpisce della sua ricca e versatile personalità è «la sua normalità», conclude Ernesto Preziosi: “Armida Barelli viene percepita dalle giovani come un faro dispiritualità, come un esempio da seguire, eppure vive la sua vita in tutta normalità negli impegni, nel lavoro in università , nelle relazioni umane. Certo dedica tempo alla preghiera, negli Esercizi fa propositi consapevole della necessità di migliorarsi, ma non coltiva certo il culto della sua persona. Per questo veniva percepita come sorella, ancorché maggiore. Un modello alto ma raggiungibile”.
Le conclusioni del Convegno sono state affidate all’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise che ha evidenziato come la figura di Armida Barelli è attualissima ancora oggi, epoca di Sinodo.
“Ci sprona a vivere un’adesione piena a Cristo e alla Chiesa restando pienamente laici, inseriti nel mondo, nella famiglia, nel lavoro, nella professione, nell’impegno civico e politico”. Il banco di prova dei laici è contagiare gli altri con quello stesso Amore con cui per primi sono stati contagiati”. L’invito è quello ad essere “presenti nel mondo non come singoli o come individui, ma come comunità. Un laicato formato, inserito in questo momento storico che richiede professionalità, competenza, testimonianza e coerenza.