“Ispirati dalla Parola lungo la Via”. Celebrata l’Assemblea Pastorale Diocesana con Mons. Antonio Pitta: parte la fase sapienziale del cammino sinodale

“Non basta leggere un testo della Bibbia per entrare in sintonia con la Parola di Dio. Non è così. Non basta una conoscenza intellettiva. E’ necessaria una esperienza ecclesiale e relazionale affinchè la scrittura si trasformi in parola viva”. 

E’ questo uno dei passaggi chiave della lectio biblica sul brano dei Discepoli di Emmaus, tenuta da Mons. Antonio Pitta, neo presidente dell’Associazione Biblica Italiana, all’Assembla Pastorale della Arcidiocesi di Rossano Cariati che si è tenuta sabato 21 ottobre 2023 nella chiesa di Santa Maria ad Nives. 

L’incontro, a cui hanno preso parte sacerdoti,  equipe e operatori pastorali, ha aperto la fase “sapienziale” dal Cammino Sinodale intrapreso dalle Chiese italiane. E’ stato un momento in cui tutta la chiesa diocesana si è ritrovata per dare l’avvio ad un anno pastorale che ci condurrà alla conclusione del cantiere con cui si vuol rendere più efficace l’incontro tra il Vangelo e l’umanità di oggi. 

Il tema che accompagnerà il cammino della Chiesa di Rossano Cariati è “Ispirati dalla Parola lungo la via”, come i Discepoli di Emmaus. 

In apertura dei lavori S. E. l’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise ha voluto offrire all’assemblea tre parole fondamentali da portare con se nel cammino: Grazie, Preghiamo, Sogno. 

“Grazie perchè siete qui” ha esordito.  “Questo incontro si colloca in un percorso di Sinodo che sta interessando tutta la Chiesa e in essa la nostra Chiesa Diocesana di Rossano Cariati. Dopo la costituzione dei cantieri sinodali improntati all’ascolto delle diverse realtà che costituiscono il nostro territorio, vi è stato un coinvolgimento di tanti specialmente su temi che riconosciamo cruciali per il presente e per il futuro. Grazie, perchè siete il volto bello della nostra chiesa”.

Preghiera: “Come ho già detto il Sinodo che stiamo vivendo è innanzitutto una esperienza spirituale unica, di conversione e di rinnovamento che potrà rendere le nostre comunità ecclesiali più missionarie e più preparate alla evangelizzazione”. Ed ha aggiunto un passaggio fondamentale, richiamando le parole del Papa: “senza preghiera non ci sarà Sinodo”. “Apriamoci quindi allo Spirito Santo e invochiamolo, lasciamo che il Signore sia il protagonista del Sinodo, con lui camminiamo nella fiducia e nella gioia”.

La terza parola è sogno: “Vogliamo continuare a sognare una chiesa inquieta, con il volto di mamma e sempre più vicina ai poveri. Sogno condiviso con tutta la chiesa che è in Italia. Questo sogno diventa concreto ora con la fase sapienziale e con li processo di discernimento che siamo chiamati a vivere in questo anno, come un discernimento comunitario. Ogni discernimento muove i suoi passi proprio dalla Parola di Dio. In quanto il fine di questo camino è seguire Gesù, ossia il desiderio di assomigliargli sempre di più”. “L’auspicio è che ascoltando e seguendo con docilità la voce dello Spirito ognuno possa sentirsi coinvolto nella corresponsabilità  in questo processo di discernimento comunitario che la chiesa ci chiede di vivere in questo anno sapizienziale. Vi auguro che possa essere per ciascuno di voi una occasione di grazia per lasciarsi ispirare dalla Parola lungo la via”. 

Ed è proprio dalla “via” che muove i passi la riflessione di Mons. Pitta che apprezzando il tema proposto ne ha approfondito il significato biblico rileggendolo in maniera inversa: “lungo la via dalla parola ispirati”.

“Tutti gli episodi più importanti della vita e missione di Gesù si realizzano “lungo la via”, è qui che incontra gli ammalati, i poveri,  i ciechi. Addirittura il quarto Vangelo ci dice un’altra verità: Gesù è la via, la verità e la vita.  La via non è semplicemente un luogo spaziale, ma è anche una persona: Gesù è la via che immette in questa relazione di verità e di vita”. E tornando all’icona dei discepoli di Emmaus si è soffermato sul passaggio di Gesù che cammina “accanto” a loro, quindi a sottolineare che “quando si fa sera”, quando le paure umane ci affliggono, Gesù resta accanto a ognuno di noi, non ci lascia soli. “Ed è così che facendosi riconoscere, ha proseguito Mons. Pitta,  “spezzando il pane” fa sì che il cuore “brachicardico” dei discepoli diventi “tachicardico”, ossia inizi a battere più forte per l’emozione di aver riconosciuto il maestro, il Risorto, dopo la delusione per la sua morte”. 

Mons. Pitta ha poi spiegato che vi è una differenza importante fra la scrittura e la parola: la scrittura è un testo, la parola è contenuta nella scrittura, ma trapassa la scrittura, va oltre. “La scrittura contiene la parola e la parola è il trascendimento della scrittura.”

Riguardo infine all’ispirazione, ha portato l’assemblea a comprendere che l’ispirazione avviene attraverso tre relazioni. 

La prima è che lo Spirito ispira l’autore “affinché metta per iscritto ciò che gli ha chiesto” poi perché lo spirito “opera” nella vita dell’autore.

C’è una seconda ispirazione altrettanto importante: è l’ispirazione del testo. “Noi vediamo questa ispirazione del testo quando ci troviamo di fronte a significati sempre nuovi che il testo assume nella vita della chiesa. Quando leggiamo un testo biblico in assemblea il testo è ispirato, vive. Per questo il cristianesimo non è religione del libro, ma religione della Parola perché quel libro, quel testo, parla”.

C’è una terza ispirazione: quella del lettore. “Quando io mi pongo in ascolto della Parola lo Spirito opera in me. Nella Dei Verbum si dice che la scrittura deve essere letta con lo stesso spirito con cui è stata scritta. Lo spirito non ispira solamente l’autore, non ispira solamente il testo, ma ispira anche il lettore”. 

Vi è quindi anche una “sacramentalità della parola”: “Nel senso che Sacramento non è solo la consacrazione del pane, ma che il sacramento primordiale è la scrittura che diventa parola. La stessa adorazione che noi abbiamo per l’Eucaristia dobbiamo averla per la parola. Noi non possiamo vivere di sacramenti senza la parola”.

A ciò si deve aggiungere che lo Spirito che ispira l’autore, il testo, il lettore, la comunità d’ascolto è lo stesso, vi sono spiriti diversi.

“Come si distinguono lo spirito dallo spirito falso? Lo spirito autentico ti fa riconoscere Gesù come signore della chiesa quando lo spirito è autentico non opera mai contro il Signore Gesù Cristo”.

Infine Mons. Pitta ha richiamato la parabola del buon Samaritano, rappresentata anche in una icona del Codex Purpureus Rossanesis. “…un uomo scendeva da Gerusalemme a Gaza..” una raffigurazione di estrema attualità, che parla di un eunuco, un rifiutato. “Ebbene nella interpretazione del Codex il Samaritano è Cristo che scende per farsi presenza tra gli ultimi”.

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