Inizia l’esperienza di eremita urbano di Giovanni Piccirillo nell’ “eremo” di San Biagio a Rossano.

L’antica Chiesa di San Biagio, nel cuore del centro storico di Rossano, da ieri è tornata ad essere dimora di Dio con la presenza del Santissimo nel tabernacolo e diventa l’eremo di San Biagio, accogliendo l’eremita di città Giovanni Piccirillo che ha pronunciato le promesse nelle mani di S. E. l’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise che lo ha rivestito della cocolla l’abito monastico per la preghiera. Una data quella del 2 luglio non scelta a caso per la vestizione dell’eremita urbano, in quanto nel vecchio calendario liturgico, si celebrava la Madonna di Santa Maria delle Grazie, poiché proprio la Vergine è stato il primo esempio di vita donata al Signore. Come ha sottolineato Mons. Aloise una vita eremitica nel “deserto” o nella città come, in questo caso, “è un invito per tutta la comunità a non perdere mai di vista la suprema vocazione che è di restare con il Signore”. “La vita eremitica è la forma più antica di vita consacrata e mette insieme il carisma di una vita personale vissuta per Dio e una vita sociale che continuerà a spendersi per la comunità”. La vita eremitica, come ci ricorda il canone 603, è una rigorosa separazione dal mondo, senza disprezzarlo ma guardandolo con l’occhio amoroso di Cristo, con lo spirito della preghiera. “Quello che oggi abbiamo vissuto è un segno importante, abbiamo dato l’opportunità di scoprire la presenza di Dio”. Il carisma che Mons. Aloise ha indicato per l’esperienza di Giovanni Piccirillo, “è vivere il tuo distacco dal mondo restando nel mondo”, mentre l’augurio che ha rivolto al giovane eremita “è che tu possa essere contemplativo nella missione e missionario mentre sei in contemplazione”.

condividi su