


L’Eucareatia è un dono che richiede il coraggio della fede
Celebrata la solennità del Corpus Domini diocesana alla presenza dei presbiteri , delle religiose e religiosi con la partecipazione do sindaci e rappresentanti delle forze dell’ordine. Il sagrato della parrocchia di San Paolo ha accolto i fedeli provenienti dal territorio diocesano per la celebrazione eucaristica presieduta dal padre Arcivescovo.
In apertura l’arcivescovo Maurizio ha rivolto un ringraziamento a Papa Leone XIV, che ha avuto la grazia di incontrare lunedì mattina con i Vescovi Italiani:”Ci ha accolti con affetto e, con parole semplici e incoraggianti, ci ha consegnato delle priorità: annuncio del Vangelo, pace, dialogo e dignità umana nel mondo digitale. Unire collegialità e sinodalità, Rinnovare la catechesi, sana cooperazione con le istituzioni. Dal cuore della Chiesa universale, il Papa ci saluta e ci benedice, innovando l’invito a lasciarci trasformare dalla forza mite e potente del Vangelo e dell’Eucaristia” .
Immergendosi nella parola del Vangelo Mons Aloise partendo dall’immagine della moltiplicazione dei pani ci ricorda della cura di Dio per il suo popolo: Gesù non si limita a insegnare e guarire, ma si preoccupa anche di nutrire. E nel gesto dello spezzare il pane per la folla, ci offre già un’anticipazione del dono totale dell’Eucaristia.
“Anche noi oggi, come quella folla, ci stringiamo attorno a Gesù. Siamo affamati, assetati, stanchi. La vita spesso ci prova, ci mette di fronte a mancanze e fragilità, eppure, Gesù continua a spezzare per noi il pane: il suo Corpo, la sua Vita donata. Ci nutre non solo per sostenerci, ma per trasformarci”.
“L’Eucaristia, ci ricorda la liturgia, non è un rito da ricordare, ma una vita da vivere. È un memoriale che ci plasma, è scuola di amore.
È Cristo che si consegna a noi perché anche noi impariamo a donarci, a servire, a perdonare, a sperare” .
Ma l’Eucaristia chiede fede vera:”Credere che “qui c’è il Signore”, sotto le apparenze del pane e del vino, richiede occhi che vedono oltre, cuori che si fidano anche quando non capiscono. In un tempo segnato dal dubbio e dal relativismo, l’ostinazione della Chiesa nel proclamare: “Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue” è un atto profetico, è una luce nel buio.
L’Eucaristia ci educa alla comunione, ci insegna che non possiamo restare indifferenti davanti al bisogno dell’altro. Non possiamo celebrare il Corpo del Signore e poi ignorare il corpo del fratello ferito, affamato, scartato.
Mons. Aloise com amore di padre che guida il suo gregge ha anche ricordato che l’Eucaristia “ci provoca” anche perché ci spinge a costruire ponti a creare unione e dialogo.
“Non possiamo ignorare i fatti gravi che ogni giorno continuano a ferire profondamente la nostra città e le comunità del nostro territorio diocesano. Una città messa a ferro e fuoco, dove si arriva a sparare ad altezza d’uomo, dove i mezzi bruciano nelle notti tra sirene e paura e preoccupazione. Non possiamo e non vogliamo restare indifferenti: la comunità è chiamata a una risposta corale, unitaria, forte, dove istituzioni, forze dell’ordine, cittadini e comunità cristiana, collaborano per un patto sociale che argini e, con l’aiuto di Dio, estirpi ogni forma di violenza e prepotenza.Sono sicuro, lo Stato risponde con prontezza, ma anche noi come comunità cristiana vogliamo fare la nostra parte”. Un gesto tangibile è stata proprio la “marcia di amore e di pace, di adorazione” che ha percorso le strade di Rossano fino alla.parrocchia di Maria Madre della chiesa, rimettendo al centro Gesù Cristo principe della Pace in attesa di vivere domani il giubileo dei bambini.
“L’Eucaristia ci educa a uno stile di fraternità vera, ci insegna che non possiamo celebrare il Corpo del Signore e ignorare le ferite del corpo sociale. Noi siamo chiamati a essere fermento di pace, artigiani di giustizia, del vivere civile, testimoni di speranza. Non con parole forti, ma con gesti concreti di perdono, di coraggio, di denuncia e coesione”.
Il compito dei cristiani diventa quindi quello di essere “Eucaristia nel mondo”.
“Cari fratelli e sorelle, se oggi celebriamo con solennità questo mistero è perché vogliamo che l’amore che riceviamo diventi lo stile della nostra vita. L’Eucaristia ci “forma”: forma il nostro cuore, forma la Chiesa, forma la società. Nel Corpo di Cristo adorato, ritroviamo la forza per essere presenza viva di Dio nei luoghi della fatica e del servizio, nelle famiglie, nelle strade delle nostre città, nel mondo del lavoro, nei luoghi delle decisioni civili e militari, che oggi ringraziamo per la loro presenza e collaborazione al bene comune”.
“Il Corpo di Cristo che riceviamo , ha concluso Mons Aloise, diventi grembo di speranza, forza di cambiamento, annuncio silenzioso ma potente che l’Amore è più forte di tutto, anche del male e della morte.Il mese di giugno è il mese di preghiera per la santificazione del clero: Vi chiedo di pregare per la santificazione di noi sacerdoti. Buon Corpus Domini a tutti. Amen”.