Celebrata la XXVIII giornata della Vita Consacrata: Camminare verso Dio

XXVIII  GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA

PRIMI PASSI

E’ il capolavoro “Primi passi” di Vincent Van Gogh, conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York, ad aver ispirato la preghiera che ha aperto la giornata del 3 febbraio 2024, con la quale la Arciocesi di Rossano Cariati ha voluto celebrare la XXVIII Giornata della Vita Consacrata.

Nel quadro che raffigura una semplice scena di vita famigliare emerge la grammatica fondamentale della vita, il cui senso principale è dato dal verbo camminare.  I primi passi di un bimbo dicono quanto il “camminare” sia rischiosissimo.  Imparare a camminare è imparare a non avere paura delle proprie cadute, ma trasformarle in passi in avanti.

Ai consacrati è chiesto di “partire”, sempre…,ma anche di “lasciar partire”,  proprio come fa una mamma che prova a staccare le sue mani dalla presa del proprio figlio perché possa raggiungere le braccia del padre che lo attende, ad una giusta distanza. La paura di cadere è superata dal desiderio innato di raggiungere la meta. La vita è un’attrazione invincibile fra due desideri che un giorno si abbracceranno: il nostro e quello di Dio.

Così è per la Chiesa chiamata a non trattenere a sé propri figli ma a risvegliare in loro il desiderio di Dio incoraggiando ciascuno a muovere i primi passi verso Lui. 

Quegli stessi passi che Gesù ha mosso verso il suo popolo Israele il giorno in cui è entrato con semplicità e umiltà in Gerusalemme. “Ciascuno di noi ha la sua Gerusalemme, verso cui dirigersi –  ci ha ricordato don Pino Straface, vicario generale – commentando la tavola del Codex Purpureus Rossanensis che riproduce l’entrata di Gesù a Gerusalemme. Ciascuno di noi ha la sua Gerusalemme da spalancare innanzitutto per accogliere Gesù, ma ciascuno ha anche la sua Gerusalemme verso cui orientare il proprio cuore, le proprie forze, la propria intelligenza, sia essa la comunità ecclesiale, la scuola, l’ospedale e tutte le attività che ci vedono impegnati a dare, come Gesù, la nostra vita.

Ed è proprio nella Gerusalemme del cuore che il Signore ha raggiunto alcuni dei nostri fratelli e sorelle che nella tarda mattinata hanno narrato con semplicità la storia del loro incontro con il Signore. Un incontro avvenuto a Rossano per Don Marco Fazio a cui il Signore, che lo ha chiamato attraverso il recital “Aggiungi un posto a tavola”, lo ha voluto, oggi, alla sua tavola come sacerdote diocesano.

Sr. Nerissa invece ha aperto il suo cuore a Gesù nella terra della Filippine, dove proprio il desiderio di imparare dal cuore di Gesù ha avuto il sopravvento su di lei che si è lasciata sedurre dalla spiritualità della riparazione, propria di Madre Isabella de Rosis.

Fra Piero, neo professo dei frati minori presenti a Terranova ha trovato la giusta misura della sua vocazione nell’abito della semplicità e della fraternità tessuto, nella Chiesa, da San Francesco.

E infine sr. Shyla, missionaria del Pime, ha raccolto proprio in India la sfida della missione ai confini del mondo, vincendo la sua timidezza e le sue paure di ragazza adolescente.

Ciascuno di loro ha imparato a muovere, poco alla volta, i primi passi verso il Signore che amabilmente li attraeva a sé e oggi li ha resi un dono per la nostra Chiesa diocesana che li attende sempre con gioia ed entusiasmo.

E’questa anche la consegna che ha affidato a loro e a tutti noi l’arcivescovo Mons. Maurizio Aloise che, riconducendoci al nostro primo amore, ha invitato ciascuno di noi ad essere segno della gioia e della presenza di Dio per le comunità ecclesiali in cui siamo inseriti.

Riportandoci all’Assemblea del popolo di Israele a Sichem ci ha strappato la promessa che ha reso Israele il Popolo scelto del Signore: “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo e lo eseguiremo”. Così anche noi, consacrati e consacrate, della Chiesa Diocesana di Rossano Cariati su invito dell’Arcivescovo ci siamo ripromessi di aprire le porte delle nostre comunità per “far entrare” ma anche “per uscire” incontro all’umanità che intorno a noi, oggi, attende il nostro “eccomi” gioioso e fedele.

Per questo abbiamo mosso i nostri primi passi, per lo stesso motivo siamo chiamati a muovere passi sempre nuovi anche oggi.

Sr. Antonia Dal Mas

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