A proposito di San Giuseppe…


A giudicare dal suo comportamento, la figura di san Giuseppe, che la liturgia cattolica festeggia il 19 marzo, non risponde affatto all’immagine di uomo e di padre che questa società è solita confezionare per più giovani. Giuseppe non è un tipo affascinante, dal sorriso smagliante, seducente, non è uno che sa gestire le situazioni e sa volgerle a proprio vantaggio.

Egli è un uomo semplice, che vive la fatica della quotidianità, che cerca di dare un senso alle cose che fa col suo lavoro, con i suoi silenzi e con il suo rapporto con l’Assoluto. È uno che non si lamenta del ruolo difficile che la sorte gli ha assegnato, è uno che non ama il clamore, la pubblicità, non ama l’enfasi.

È, invece, un marito e un padre insolitamente mite, premuroso e al contempo coraggioso, distante dalle polemiche, è uno che, di fronte alle difficoltà della vita e agli imprevisti quotidiani, preferisce imboccare la strada della operosità, dell’impegno e dell’ingegno, della coerenza vissuta in penombra ma fino in fondo.

Non ha approfittato di nessun pretesto per girare le spalle a Maria o a suo figlio, ha agito da persona responsabile facendo, fino in fondo, il suo dovere.

Ha vissuto tutta la sua vita sapendo di svolgere un ruolo assai difficile, a volte incomprensibile, che ha portato a compimento con non pochi sacrifici, permettendo all’uomo, anche all’uomo di questo nostro tempo, di guadagnarsi, nonostante le sue incoerenze, una prospettiva di salvezza.

Salvatore Martino

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