
Presentazione del Report Caritas–Migranti 2024
“La povertà ci interpella, la carità ci guida”
Un momento di riflessione condivisa e analisi approfondita, quella vissuta in occasione della Presentazione del Report Caritas–Migranti 2024 tenutasi ieri e che ha visto la partecipazione di operatori, volontari, cittadini e rappresentanti delle istituzioni.
A concludere l’incontro, a cui ha preso parte don Marco Pagniello Direttore Caritas Nazionale, è stato l’intervento del Vescovo Maurizio, che ha voluto offrire una lettura pastorale e al tempo stesso operativa dei dati emersi.
«Abbiamo iniziato questa mattinata – ha detto il Vescovo – con una fotografia cruda ma necessaria della nostra terra, attraverso schemi che ci hanno aiutato a cogliere il senso profondo del titolo di questo Report: “La povertà ci interpella, la carità ci guida”. Il rischio che stiamo correndo, se non si interviene in modo deciso e collettivo, è quello della secessione sociale: i più forti si separano e si disinteressano del bene comune; i più deboli scivolano nel silenzio e nella rassegnazione».
Nel suo discorso, il Vescovo ha ribadito un concetto già espresso nella Prefazione al Report, ricordando che dietro ogni dato e ogni numero ci sono volti, storie, persone da ascoltare e da amare con rispetto e tenerezza.
“Che non ci venga mai in mente di pensare – ha ribadito il vescovo – che basta riportare i numeri di quante persone abbiamo sostenuto, aiutato, curato, vestito, nutrito per sentirci tranquilli, pensando di aver esaurito il nostro servizio. L’affermazione di Gesù: “Quando avrete fatto tutto quanto vi è stato chiesto di fare dite: siamo servi inutili”, significa che siamo servi senza nessuna utilità, quindi, sempre nella piena disponibilità a vivere nella gratuità e nella disponibilità a lasciarsi pro-vocare dalla realtà, che è sempre in continua evoluzione e cambiamento”.
Durante l’intervento è stato citato anche un contributo relativo alla povertà in Calabria, che menziona alcune dinamiche presenti in specifici contesti territoriali. Il Vescovo ha voluto precisare che tali situazioni non si riferiscono alla nostra città, dove, al contrario, è forte e concreta la collaborazione tra le istituzioni, il volontariato e la comunità ecclesiale.
Il Report non si limita a descrivere le criticità: è anche un appello a conoscere, ascoltare e agire insieme, attraverso una mobilitazione cognitiva e la costruzione di un Piano condiviso e integrato per contrastare le disuguaglianze.
Il Vescovo ha espresso gratitudine per i “segni di speranza” già attivi sul territorio nei primi mesi del 2025, come frutto dello studio del Report:
• La Casa di Accoglienza per Detenuti e Famiglie, che sia segno e per superare pregiudizi.
• La nuova Mensa Caritas nell’Area Urbana di Rossano, spazio di ascolto e relazione.
• La Casa Fraterna Beato Giovanni XXIII, rifugio notturno per chi è senza dimora.
• Il Centro di Ascolto e l’Ambulatorio della Speranza, per una sanità solidale.
• Il Centro di Ascolto Giuridico, per difendere i diritti di chi non può permettersi tutela legale.
«Sono segni, non soluzioni totali – ha detto – ma rappresentano il seme di un cambiamento possibile, se condiviso».
L’auspicio, espresso dal Vescovo, è che si possa avviare un Tavolo permanente di confronto tra Chiesa, istituzioni, terzo settore, mondo accademico e società civile, per progettare insieme un futuro più giusto.
In conclusione, il Vescovo ha citato le parole di Papa Francesco e di don Tonino Bello, richiamando tutti alla responsabilità concreta della speranza:
«Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza».
«Continuiamo insieme – ha concluso – con coraggio e con cuore, a costruire un territorio dove nessuno sia invisibile e dove la speranza non sia un’illusione, ma una realtà quotidiana»