“Nessuno escluso”: una giornata di luce, amicizia e Vangelo che abbraccia tutti

Convegno regionale su catechesi e disabilità – Lamezia Terme, 7 novembre

Lamezia Terme ha respirato gioia. Quella semplice e contagiosa che nasce quando la Chiesa si riconosce casa per tutti e trasforma l’inclusione in esperienza viva di Vangelo. Il Convegno regionale “Catechesi e disabilità: strategie e strumenti per una catechesi accessibile nella preparazione ai sacramenti e nella vita di fede” ha riunito vescovi, direttori di uffici, referenti di settore, catechisti, operatori pastorali, associazioni e famiglie: un popolo che ha voluto dire con i fatti che la fede è relazione, servizio, comunità.

La mattina: Parola che si vede, si tocca, si sente

Dalle 10.00 l’accoglienza: cartelline colorate (con etichettatura CAA a cura dell’Ufficio diocesano di Pastorale per le persone con disabilità dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati), QR code per le preghiere iniziali e un clima di fraternità. Alle 10.30, dopo il saluto introduttivo, la Parola ha preso il centro: Daniele Pio ha letto in braille la pagina del Buon Samaritano; quindi la proiezione della versione semplificata in linguaggio facile da leggere, con immagini e sottotitoli, sempre preparata dall’Ufficio di Rossano-Cariati. Subito dopo, la drammatizzazione del Vangelo curata dai ragazzi con disabilità di UNITALSI – sottosezione Corigliano-Rossano e dell’Associazione Azzurra (Corigliano-Rossano): applausi, commozione, sorrisi – il Vangelo si è fatto gesto.

Tutto il convegno è stato pienamente accessibile: segnaletica in CAA, e traduzione LIS grazie alle interpreti Rosaria Vulcano (Arcidiocesi di Rossano-Cariati) e Mery Maiolino (Diocesi di Lamezia Terme). Per alcuni ragazzi con bisogni comunicativi complessi è nato l’Angolo della Gioia: un luogo laboratoriale nello stile della catechesi dei cinque sensi. Qui i bambini e i ragazzi hanno realizzato un grande cartellone con i momenti del Buon Samaritano, che nel pomeriggio ha aperto la condivisione finale.

La lectio di Mons. Serafino Parisi: “Il prossimo… lo decido io”

Accolti dal Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Serafino Parisi, la lectio è stata una piccola scuola del cuore. Con il Vangelo del Samaritano illuminato da Marco 15,21-22 (Simone di Cirene), Galati 6,2-6 (“portate i pesi gli uni degli altri”) e dal Salmo 131,2 (“sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”), il Vescovo ha consegnato tre parole-via:

• Cuore: nella Bibbia non è sentimentalismo, ma luogo delle scelte.

• Responsabilità: farsi vicini fino a caricarsi della vita dell’altro.

• Cura: rispondere non solo al presente dell’altro, ma anche al suo futuro.

“Il prossimo sono io che decido di diventarlo”, ha ricordato Mons. Parisi. E quando perfino “un nemico si avvicina a chi ha bisogno, allora nella storia c’è ancora speranza”. La comunità cristiana è così il luogo dove i pesi personali diventano pesi condivisi, e la fatica – condivisa – si fa occasione di redenzione.

Suor Veronica Donatello: la profezia di una Chiesa che dice “noi”

Il cuore della giornata è stato l’intervento di Suor Veronica Donatello, Responsabile del Servizio Nazionale CEI per la Pastorale delle persone con disabilità. Con competenza e passione, Suor Veronica ha letto il nostro tempo e la vita ecclesiale con due convinzioni:

1. Le persone con disabilità sono una profezia: ci salvano dal “sacro senza salvezza”, dalla fede ridotta a benessere o ad “IKEA spirituale” da montare a piacere. Ci ricordano che Dio si rivela nella vulnerabilità e che la vita si misura in relazione, non in efficienza.

2. La comunità è il soggetto dell’evangelizzazione: non deleghe a pochi, ma un noi che genera alla vita cristiana. Per questo servono percorsi progettati per tutti e con tutti, linguaggi molteplici, valorizzazione dei carismi.

Nella partecipazione liturgica, Suor Veronica ha indicato quattro barriere da convertire in opportunità:

• “Non mi sento a casa”: crescere nella cultura dell’accoglienza;

• Spazi che non si lasciano amare: cura di luci, suoni, accessi, segni;

• Disarmonia dei riti: il rito ha bisogno di ritmo (tam), di una regia che favorisca la partecipazione;

• Codici poco attivati: la liturgia possiede tutti i sensi – usiamoli!

Esempi concreti non sono mancati: dalla traduzione in LIS dei testi biblici all’esperienza settimanale del Vangelo in LIS promossa da Rossano-Cariati, fino ai mediatori didattici già presenti nella tradizione ecclesiale. La sfida è formare comunità che appartengono e fanno appartenere.

Il respiro della liturgia con Mons. Claudio Maniago

Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e Delegato CEC per la Catechesi, ha offerto una sapiente sintesi: la liturgia è linguaggio dei sensi – segni, simboli, riti – attraverso cui Cristo ci raggiunge oggi. Prendersi cura dei segni (acqua, olio, pane, luce, incenso, silenzio, gesti) significa prendersi cura delle persone, perché attraverso i sensi si incontra Gesù. Una Chiesa che celebra bene è una Chiesa che include.

Dolci, canto e… mani in pasta

Tra gli interventi del mattino, i ragazzi dell’UNITALSI – Corigliano-Rossano hanno offerto biscotti preparati nel loro laboratorio di cucina. Durante la distribuzione, un video ha mostrato i volti e le mani sporche di farina, i balli e il canto “Gesù sta passando proprio qui”: la gioia – quella vera – ha un sapore semplice.

Pomeriggio: laboratori, colori, idee che diventano prassi

La ripresa dei lavori ha visto Suor Veronica presentare i laboratori tematici, identificati da colori (riportati sulle cartelline) per orientare i partecipanti:

• Lavoro e disabilità – Il lavoro è un progetto di vita

• Sport e disabilità – Il gioco per tutti genera relazione e fede

• Pellegrinaggio e UNITALSI – Fede e relazione che continuano nella quotidianità

• Famiglia e caregiver – Amore e servizio nella Comunità Papa Giovanni XXIII

• Catechesi dei cinque sensi, Pastorale Sordi, cammini ai sacramenti e alla vita di fede – Esperienza dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati

• Progetto di vita – L’esperienza della “Piccola Opera”

• Pastorale delle persone con disabilità – Esperienza dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace

All’ingresso erano allestiti tavoli con materiali accessibili: testi in CAA e percorsi della catechesi dei cinque sensi (Arcidiocesi di Rossano-Cariati e di Catanzaro-Squillace), lavori della Piccola Opera di Reggio Calabria-Bova, e uno stand dedicato al libro di Ilina Sancineti, La città degli sconfitti, che raccoglie storie di persone con disabilità in Calabria.

In plenaria, il primo intervento è stato affidato ai ragazzi dell’Angolo della Gioia con il loro cartellone sul Buon Samaritano: la Parola riletta dai colori. A seguire, risonanze e sintesi dei gruppi: idee concrete, passi condivisi, desiderio di continuità.

La conclusione di Mons. Francesco Savino: “Osare di più”

A chiudere, la voce appassionata di Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Ionio e Vice Presidente CEI:

1. Nessuno escluso: “Non siamo un’appendice pastorale: siamo un centro generativo di fede”.

2. Disabilità come luogo teologico: lì si tocca la carne viva di Cristo; la fragilità ci evangelizza (il “guaritore ferito” di Nouwen, il linguaggio della tenerezza di Jean Vanier).

3. Dalla buona volontà alla competenza: servono formazione, equipe interdisciplinari, spazi belli e simbolicamente accessibili, riti che parlino a tutti i sensi.

4. I sacramenti abbracciano ogni corpo: non premi per perfetti, ma medicine per i fragili. Battesimo, Eucaristia, Cresima: “tu appartieni, tu sei parte di noi”.

Un verbo consegnato a tutti: osare. Tradurre in prassi quanto vissuto. Portare nelle parrocchie uno stile di comunione che genera.

Grazie!

Un grazie speciale ai Vescovi intervenuti – Mons. Serafino Parisi, Mons. Claudio Maniago, Mons. Francesco Savino – e ai Vescovi delle diocesi calabresi che, pur impossibilitati, hanno sostenuto il percorso. Grazie ai direttori degli Uffici Catechistici diocesani, ai referenti di settore per la catechesi delle persone con disabilità, ai direttori degli Uffici diocesani di Pastorale per le persone con disabilità: la rete nata da un’idea condivisa è la vera forza di questo evento. Un ringraziamento riconoscente a Mons. Maniago per aver creduto e sostenuto il convegno, e a Don Franco Liporace, Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale, per l’appoggio concreto.

Grazie di cuore a Mons. Parisi per l’accoglienza nella diocesi di Lamezia Terme e a tutte le associazioni presenti. Un grazie grandissimo a Don Agostino Stasi, Responsabile regionale del settore catechesi per le persone con disabilità, per il coordinamento insieme a Emanuela Cristiano (referente diocesana Lamezia) e a Veronica Vaccaro (coordinatrice della segreteria regionale e di settore). Grazie alle interpreti Rosaria Vulcano e Mery Maiolino, a UNITALSI – Corigliano-Rossano, all’Associazione Azzurra, e a tutti coloro che – spesso dietro le quinte – hanno reso possibile questa festa di Chiesa.

Oggi Lamezia ha mostrato un volto chiaro: la Chiesa è bella quando è noi. E quando il Vangelo passa “proprio qui”, tra mani in pasta, colori, segni, canti e sguardi che dicono: sei atteso, sei amato, appartieni.

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