MESSAGGIO PER LA VITA CONSACRATA 2 febbraio 2025

La speranza dona ali al cuore
Carissimi Fratelli e Sorelle,
quanta grazia si concentra per tutti noi, in questa luminosa festa della Presentazione di Gesù al Tempio! Anzitutto, perché stiamo vivendo l’Anno Giubilare: tempo in cui attingere dal Signore la grazia del nuovo, per noi e per le nostre comunità. Sì: il nuovo non è frutto dei nostri sforzi, per quanto nobili possano essere. Il nuovo è sempre e unicamente dono dall’alto, dono di Dio.
A noi spetta un compito forse meno impegnativo di quanto crediamo: lasciare spazio al Signore perché possa agire liberamente, nelle nostre vite personali e nelle nostre comunità. Quanta ansietà ci mangia vita, ci sottrae forze, ci rende meno luminoso il pensiero! Quante preoccupazioni, sul nostro presente o sul nostro futuro, rischiano di precipitarci in uno stato di scoraggiamento che fa ripiegare su se stessi e depriva di orizzonte!


Dalle speranze alla Grande Speranza


Papa Francesco ha voluto dare a questo Anno Santo una sottolineatura particolare, invitando
tutti i fedeli ad essere pellegrini di speranza: noi pure ci mettiamo in cammino, anzitutto con il cuore, per bussare al cuore di Dio e chiedergli di rinnovare la nostra speranza.
Non ci bastano le piccole speranze, anche se belle e consolanti. Sentiamo che, attraverso tutto, si fa sempre più ardente la sete della Grande Speranza: nel dono di noi stessi per amore trovare compimento!
E, dal momento che l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, la Grande Speranza ci muove a lasciarci lavorare sempre di nuovo dallo Spirito del Signore, per crescere «nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo» (Ef 4, 13).
La Grande Speranza carica di vita il nostro presente; diceva Agostino: «La vita della vita mortale è la speranza della vita immortale» (Esposizione sul Sal 103, D. 4, 17). Ne deriva che attraverso ogni più piccolo gesto, caricato di amore, si crea un aggancio con l’Eterno e si spande profumo di eternità nei nostri giorni terreni: stupendo!


Direzione speranza per il cuore


Tutti soffriamo per il senso di “spaesamento” patito da tanti nostri fratelli e sorelle:
spaesamento, disorientamento, confusione; perdita dei punti di riferimento, incapacità di trovare una direzione per la propria esistenza. La direzione sembra… la mancanza assoluta di direzione:
esito drammatico per tanti, soprattutto giovani, che si trovano così, allo sbando, alla mercè dei propri impulsi o bisogni.
La speranza riapre l’orizzonte, mette in moto e indica la direzione. Solleva energie e forze
interiori, fa protendere lo sguardo degli occhi e del cuore verso l’alto, cioè verso Dio. Agostino
in tante occasioni raccomanda non solo di sperare cose buone da Dio, ma di sperare Dio stesso:
«Non sperare qualcosa “dal” Signore Dio tuo, ma lo stesso tuo Signore sia la tua speranza… tu cerca lo stesso tuo Dio; … tendi a Lui; dimenticando le altre cose ricordati di Lui… protenditi verso di Lui; sia la tua speranza Egli che guida e conduce» (Esposizione sul Sal 39,7).
Insieme a tutto questo, la Grande Speranza dilata il cuore, rendendolo capace di entrare in
dialogo con il Signore, un dialogo di intimità e conoscenza reciproca. Nella ricchissima
Enciclica Dilexit nos, Papa Francesco sottolinea che Sant’Agostino «(…) presenta il cuore come simbolo dell’unione intima con Cristo, come luogo di un incontro d’amore. Lì sta l’origine della sapienza più preziosa, che è quella di conoscere Lui. Infatti, Agostino scrive che Giovanni, l’amato, quando nell’ultima Cena chinò il capo sul petto di Gesù, si accostò al luogo segreto della sapienza» (DN, 103).
La speranza riscalda il cuore, per un rinnovato incontro con l’umile Gesù che ci offre la sua
amicizia sponsale, così da diventargli intimi, fino ad assomigliargli nei sentimenti, nella
dedizione al Padre, nella sua predilezione per ogni forma di povertà.
Essere uomini e donne di speranza, proprio perché uomini e donne che sanno dedicare spazio, tempo, energie al colloquio cuore a cuore con Dio; ed essere, con le nostre comunità, piccole o grandi che siano, multietniche e plurigenerazionali, pozzi di speranza, in questa terra di Calabria che dell’acqua della speranza evangelica ha tanto bisogno.


Esercizi di speranza

Durante un incontro comunitario fra noi Sorelle, abbiamo riflettuto insieme su quali “esercizi di speranza” possano alimentare la nostra fraternità, in questo Anno specialmente. È venuto fuori un “puzzle” multicolore, che volentieri condividiamo con voi:
la letizia, che rende dimentichi dei propri mali e infonde fiducia;
il silenzio, mettere a tacere il proprio io;
il tempo dedicato all’Adorazione Eucaristica silenziosa;
la pazienza, il sapersi portare a vicenda;
il senso della presenza di Dio;
la magnanimità: avere occhi per le cose grandi che il Signore compie.


Ringraziamento


Ringraziamo di cuore Sr. Giustina Valicenti e Padre Mario Chiarello per aver voluto dare voce alla nostra presenza, che qui a Rossano risale a quindici anni fa. Siamo l’unica realtà di vita contemplativa femminile agostiniana nell’intero Meridione, e il fatto di trovarci in questo contesto calabrese ci offre ogni giorno la possibilità di conoscere e scoprire qualcosa di nuovo.

Carissimi Fratelli e Sorelle, saremo liete di continuare ad alimentare la conoscenza reciproca e lo
scambio di esperienze: presso il nostro Monastero abbiamo la possibilità di offrire accoglienza e di condividere preghiera, fede e vita.
È tanto bello sentirci insieme oggi, in un rendimento di grazie corale per il dono della vita consacrata. Possiamo lanciare una proposta? Il ritaglio di un piccolo spazio per una preghiera reciproca, nell’ambito della giornata odierna. Ne risulterà sicuramente rafforzata la comunione, il sentimento bello di camminare insieme, di sostenerci a vicenda.

Deo gratias!
Le Monache Agostiniane di Rossano

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