

“La povertà ci interpella, la carità ci guida”.
“La povertà è una realtà che deve interpellarci, perché la vera questione è il pericolo che la povertà non ci scandalizzi più”. E’ questo l’ammonimento e la preoccupazione lanciata da Don Marco Paniello Direttore di Caritas italiana intervenuto alla presentazione del Report sulla povertà 2024 presentato questa mattina dalla Caritas diocesana. In una Sala degli Stemmi arricchita alla presenza anche delle scolaresche dell’Istituto San Pio X, delle autorità civili e militari, è stato tracciato il bilancio che fa emergere uno spaccato dei bisogni di una società sempre più povera ed anche sempre più sola. “Oggi si parla di lavoro povero, ha proseguito don Pagniello, non solo perché non c’è lavoro, ma perché anche quando un lavoro c’è non si riesce a sostenere tutte le spese di una famiglia. Ci sono tante famiglie italiane che non riescono ad arrivare al famoso fine mese, anche a causa del carovita o di una povertà sanitaria. Credo che il primo allarme da lanciare è quello della necessità di far scuotere le coscienze, perché ci stiamo abituando alla povertà. Ci sembra tutto normale, ma c’è qualcosa che assolutamente deve cambiare e la chiesa deve raccontare ciò che vive facendo la sua parte e invitando sempre di più a far sì che ciascuno faccia la sua parte”. “Dietro i dati, come sempre, ci sono volti. Dietro i numeri, ci sono storie. Storie di persone da amare, da ascoltare, da accompagnare con rispetto e tenerezza”. Lo ha sottolineato Mons. Aloise che ha esortato a non scoraggiarsi, ma anzi a proseguire sulla via dell’incontro e del dislogo: “lasciamoci interpellare dai poveri”, ha esordito il padre Arcivescovo. Mons. Aloise ha disegnato con le sue parole, riprendendo una citazione del prof. Cersosimo già docente di economia applicata presso Unical, una calabria divisa in due realtà: “Ci sono i calabresi che godono di alti redditi e vivono nel pieno consumo – a cui fa capo la quasi totalità della ricchezza regionale – e che godono di relazioni proficue che alimentano tanta opulenza. Questi sono i calabresi che sanno dove “andare a bussare”. Dall’altra parte invece c’è la Calabria dei poveri, che vive di privazioni estreme. Questa seconda Calabria è divisa dal resto, più fragile e indifesa. Questi ultimi, isolati dal resto, sembrano aver perso la capacità di sognare”. “Questo report, ha così affermato Mons. Aloise, non è quindi solo di denunci, ma è un appello alla mobilitazione cognitiva affinché la Chiesa non resti a guardare”. L’appuntamento, moderato dall’operatore Caritas Giacomo Diaco, è stato introdotto dai saluti del Direttore della Caritas Diocesana don Claudio Cipolla che ha sottolineato lo scopo dell’operato che guida tutti i sacerdoti, i volontari e gli operatori in campo, i quali “nel volto del povero incontrano il volto del Cristo”. Michela Dell’Anno, segretaria della Caritas Diocesana ha illustrato invece i risultati del report, elaborati basandosi su i dati raccolti attraverso i vari canali della Caritas: il Centro d’Ascolto Diocesano, il Centro Maranatha, l’Emporio della Solidarietà, collocati presso la Casa della Speranza, opera segno della Caritas Diocesana, le mense presenti sul territorio, la Casa d’Accoglienza per senza fissa dimora “Beato Giovanni XXIII”, la Casa per donne in difficoltà con/senza minori “Rosa Virginia”, i centri d’ascolto parrocchiali ed interparrocchiali e l’Ufficio Migrantes. “La presentazione – ha spiegato Michela Dell’Anno – ha tra le sue finalità quella di mappare il territorio, offrendo uno spaccato del livello di povertà presente nella Diocesi di Rossano Cariati, ma anche di mostrare l’andamento delle situazioni di vulnerabilità di migranti e cittadini che abitano in quest’area”. Dai dati del centro d’ascolto diocesano riferiti al 2024, in Caritas si è registrato un trend in crescita per le richieste di aiuto. Dai 198 del 2022 siamo arrivati a 348 nuclei familiari incontrati nell’arco del 2024, di cui 243 sono italiane. Tra i dati significativi quello delle 4 Mense diocesane avviate grazie al contributo dell’8X1000 che hanno distribuito in un anno quasi 81 mila pasti, di cui 74 mila solo a Corigliano-Rossano. Realizzati anche i progetti “Favorite: non di solo pane vive l’uomo” del 2022, “È dando che si riceve – I fase” del 2023 e “È dando che si riceve – II fase”. La Caritas ha anche aderito al progetto “Apri agli Ucraini”, a seguito dello scoppio della guerra con la Russia, grazie al quale ha sostenuto vari nuclei familiari. Importante anche il lavoro delle singole Caritas parrocchiali che hanno offerto aiuto, ascolto e solidarietà a 6mila e 600 persone (3 mila e 700 solo a Corigliano-Rossano). In tal senso, la Caritas Diocesana ha promosso negli anni 2022 e 2023 percorsi di formazione incentrati sul metodo, cosicché gli operatori possano affrontare al meglio le varie situazioni di difficoltà e bisogno che l’utenza manifesta nel rivolgersi ai vari sportelli. La Caritas è intervenuta in questi anni anche attraverso lo sportello Antiusura – che si propone di evitare che le persone ricorrano a forme di usura per pagare i propri debiti – e stringendo una collaborazione con l’Uepe di Cosenza (Ufficio di esecuzione penale esterna) grazie al quale realizza attività di volontariato sociale a valenza riparativa consentendo di estinguere il reato tramite lo svolgimento della cosiddetta “messa alla prova”.
