
Schiavonea (CS), 12 maggio 2025 – Un’intensa esperienza di spiritualità, riflessione e comunione si è vissuta presso il Santuario della Madonna di Schiavonea, dove si è celebrato il Giubileo degli Operatori della Giustizia. Un appuntamento intimo e profondamente significativo voluto dall’Associazione dei Giuristi Cattolici, guidata dalla presidente, avvocatessa Elvira Campana, insieme al padre spirituale Padre Antonio Molinaro.
Nel cuore del tempo pasquale, la celebrazione ha riunito giudici, avvocati, funzionari e operatori del diritto, chiamati a riscoprire il senso più profondo della loro vocazione: essere strumenti di giustizia e misericordia al servizio della verità e del bene comune.
L’Arcivescovo, durante l’omelia, ha tracciato una riflessione densa e toccante sul ruolo dell’operatore della giustizia nel mondo contemporaneo:
«Chi guida davvero non lo fa per vantaggio, prestigio o potere. Il vero pastore cammina davanti, conosce per nome, rischia la vita. Questo vale anche per chi amministra la giustizia: ogni forma di responsabilità pubblica è, nella sua radice più profonda, una forma di servizio.»
Richiamando le immagini evangeliche del Buon Pastore e della Porta, l’Arcivescovo ha invitato i presenti a riscoprire, nella sete di Dio e nell’adesione al Vangelo, la linfa del proprio impegno professionale e umano. Ha parlato di una giustizia che salva, non che condanna soltanto; di una verità che libera, non che schiaccia; di una legge che accompagna, non che esclude.
In un mondo attraversato da crisi, sfiducia e ferite ancora aperte, il compito dell’operatore della giustizia appare oggi, più che mai, come un servizio di testimonianza viva e credibile.
«Non si fa giustizia senza sete di Dio. Non si difendono gli ultimi senza una luce che ci guida oltre il codice», ha detto l’Arcivescovo, consegnando ai presenti parole di incoraggiamento e responsabilità.
La giornata si è conclusa con una preghiera intensa alla Madonna di Schiavonea, Regina della Giustizia, alla quale gli operatori del diritto hanno affidato il loro servizio, le decisioni quotidiane, le famiglie e la speranza di un mondo più giusto e umano.
Un momento di grazia, nel silenzio del Santuario, che ha lasciato nel cuore dei partecipanti un seme di rinnovamento spirituale e professionale.