Giovedì Santo. Celebrazione in Coena Domini. Il dono del sacerdozio

Sono tre i doni su cui S. E. Mons. Maurizio Aloise ha invitato a riflettere nella celebrazione in Coena Domini del Giovedì Santo nella Chiesa cattedrale: l’Eucarestia, il sacerdozio e la carità fraterna. Essi sono gesti concreti, atti d’amore.  “In questo anno giubilare della speranza, ha detto il Padre Arcivescovo, il Giovedì Santo diventa sorgente di vita, ci fa ritrovare fiducia, pace e il senso profondo del nostro cammino”. 

Il dono dell’Eucarestia

“Nella notte in cui viene tradito Gesù spezza il pane e lo dona. In quella notte il Signore accende la luce di un amore che non finisce mai ed è destinato a continuare per l’eternità. L’Eucaristia è il memoriale della Pasqua: non è solo il ricordo di quello che Gesù ha fatto per me, ma presenza viva. È Cristo stesso che si fa vivo per noi, per non farci mancare mai forza e speranza. Una speranza che non delude”..3°09p9

Dono sacerdozio

“Ogni sacerdote nella pienezza e fragilità della sua umanità è chiamato a essere segno visibile di una presenza invisibile. Preghiamo perchè i sacerdoti siano pastori secondo il cuore di Gesù: umili e servi”.

Il dono della carità

“Il gesto di lavare i piedi rompe ogni logica umana. Il Signore si fa servo. Non insegna con un discorso, ma con un asciugamano e una brocca d’acqua e dice anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni e gli altri. La carità è il volto credibile dell’eucarestia: se partecipiamo alla messa, ma il nostro cuore rimane chiuso agli altri che senso diamo all’Eucaristia”.

Mons. Aloise,  a conclusione della liturgia con cui si è ripetuto il gesto della lavanda dei piedi, ha affidato ai fedeli una domanda: “Chi siamo noi in questa cena del Signore? Quel è la persona evangelica in cui ci ritroviamo?  La risposta, ha concluso Mons. Aloise, la dobbiamo dare al nostro cuore. Cristo non ci chiede di essere perfetti, ma di lasciarci amare. Amare, servire e aiutare gli altri: solo così costruiremo un modo più bello e pieno di speranza”.

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