Esercizi spirituali del Clero. Venerdì 28 novembre Ottava meditazione


Ottava meditazione
Anche se il tempo di grazia degli esercizi si conclude con la giornata di oggi, possiamo dire che da oggi tutto ha inizio. Infatti, il tesoro che abbiamo ricevuto in questi giorni, il seme della Parola che è stato piantato nei nostri cuori, la gioia di essere stati a contatto con un gigante della Scrittura, il clima bello di fraternità che abbiamo respirato, sicuramente daranno una luce nuova al tempo di Avvento che domani sera inizieremo. Ma sicuramente, quanto Mons. Piccinonna è riuscito a comunicare alla nostra mente e al nostro cuore lascerà un segno indelebile per tutta la nostra vita.

Pur non avendo descritto il modo con cui Giovanni era vestito e di ciò di cui si nutriva (ed è sicuramente un richiamo alla sobrietà con cui siamo chiamati a vivere), lo abbiamo conosciuto in ogni sua dimensione: Precursore, amico dello Sposo, profeta dell’Altissimo, testimone, Battista. E, ogni volta, è come se ci avesse voluto dire: “Colui che viene dopo di me, è prima di me”. Siamo grati, quindi, a Giovanni, perché ci ha ricordato che il nostro servizio di cristiani e di sacerdoti consiste nel preparare la strada a Gesù affinché il cuore di ogni persona lo possa incontrare. E noi? Sparire. È come se dovessimo dire a Giovanni: di te non ci interessa nulla perché vogliamo mettere Gesù al centro. E Giovanni ci risponderebbe: “Sono contento che mi dite così. La mia missione è compiuta”. Attenzione: Gesù ha avuto bisogno di Giovanni e questi ha avuto bisogno di Gesù. Noi abbiamo bisogno di tutti e due. E la nostra gioia sta nella consapevolezza che siamo sempre dopo di loro. Il nostro desiderio non è quello di diventare “Star”. La “Star” è Gesù. E noi dobbiamo preparare tutto affinché Lui sia conosciuto e amato.

Ora, accanto a Giovanni, una persona che più di tutti ci può aiutare ad accogliere il mistero della presenza di Dio nella nostra vita e nella storia dell’umanità è Maria, la Madre di Gesù. Da lei ci vengono consegnate tre parole “in uscita”, che tracciano il nostro cammino di cristiani e presbiteri:
1) Grazia. Il brano biblico di riferimento è quello dell’Annunciazione (Lc 1,26-38). Maria ci ricorda che è sempre Dio a fare il primo passo verso di noi. Siamo amati fin dall’eternità.
2) Grazie. Il brano biblico è il Magnificat (Lc 1,46-55). È la forma eucaristica attraverso cui il Figlio rende grazie al Padre e noi insieme a Lui. Il Magnificat è il canto che contiene un passato e un futuro. E noi siamo in piccolo frammento inserito in una storia, quella di Dio con noi, che ha il sapore dell’eternità.
3) Gratitudine. Brano biblico: La Visitazione (Lc 1,39-45). È l’atteggiamento di chi riconosce che Dio gli va sempre incontro. Nella vita ci possono essere momenti in cui la gratitudine e il “grazie” vengono meno. Ma ciò che non manca mai è la Grazia! Dio non ci abbandona mai. Perciò la vita cristiana passa sempre dal caos al cosmos. Come Maria, la nostra esistenza è segnata da un “fiat” che si compie in modo pieno nello “stabat”.

Concludendo la meditazione Mons. Piccinonna ci ha chiesto di prendere un impegno che non sia qualcosa di più da fare, ma qualcosa da fare e vivere meglio. E ha suggerito un gesto: quello che, durante la Messa, fa mettere alcune gocce d’acqua nel vino, accompagnato da queste parole: “L’acqua unita al vino sia il segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. In quel momento la nostra vita si fonde con quella di Dio e, durante la consacrazione, le parole che fanno trasformare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesù il sacerdote non le dice soltanto. In quel momento anche lui, come Gesù, offre tutto se stesso per la salvezza del mondo.
Mons. Piccinonna ha ringraziato l’Arcivescovo e tutti i presenti per aver condiviso con lui questo tempo di grazia.

Nella celebrazione eucaristica conclusiva Mons. Aloise, a nome tutti i partecipanti, ha espresso un affettuoso e sentito ringraziamento a Mons. Piccinonna perché la sua parola ci ha edificato e la sua testimonianza di fede e di Pastore secondo il cuore di Dio ci ha incoraggiati a essere “quelli dell’Eucaristia”, rivolgendo lo sguardo a Gesù, attraverso Giovanni il Precursore.

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