ESERCIZI SPIRITUALI DEL CLERO GIOVEDÌ 27 NOVEMBRE – SETTIMA MEDITAZIONE

Settima meditazione

Nel clima di silenzio, che sta caratterizzando i nostri esercizi, abbiamo accolto anche la meditazione di oggi pomeriggio. Mons. Piccinonna ci ha detto che, se dovessimo immaginare una lapide sulla tomba di Giovanni, ci sarebbe scritto: “Solo Dio”. Egli, infatti, è stato scelto da Dio, ma lui lo ha sempre scelto, ogni giorno della sua vita. Per questo a noi presbiteri il Precursore ci affida la responsabilità di vivere la centralità di Dio.

Nella ruota della bicicletta ci sono i raggi, il cerchione, la gomma, ma ciò che fa girare tutto e tiene insieme i raggi è il “mozzo”. A volte noi siamo presi dalle tante cose da fare (i raggi), ma ci sfugge l’essenziale (il mozzo). Il centro della nostra vita e della nostra vocazione non è il “perché”, ma il “per chi”. Gli esercizi ci aiutano a riscoprire come il “per chi” sta a fondamento del “perché”. È dal mistero che posso comprendere il ministero. E questo ci fa rendere conto di come Dio non agisce nella nostra abitudine, nella convinzione di sapere tutto di Lui. Egli è sempre sorprendente. A volte, proprio dove pensiamo che non ci possa essere la presenza di Dio, è lì che la scopriamo. Egli ci precede sempre. E il nostro servizio è quello di accompagnare le persone, ogni uomo, a scoprire che Dio agisce già nella sua vita.

Un altro punto importante da considerare è la bellezza di appartenere alla Chiesa. In questo siamo più fortunati di Giovanni. Infatti lui non ha avuto i sacramenti, non aveva una comunità. Noi abbiamo la Chiesa, che è Madre e Maestra. Con tutte le sue fragilità, siamo chiamati ad amarla, perché la Chiesa siamo noi. Diceva San Cipriano: “Non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre”. Mons. Piccinonna, poi, ci ha fatto riflettere sul momento in cui Gesù parla di Giovanni e usa parole belle, edificanti (MT 11,7-15). Gesù, quindi, diventa l’interprete più accreditato di Giovanni. Anche per noi, ciò che ci deve interpretare non sono le cose che facciamo, oppure la pastorale o gli altri. Deve essere Lui.

Il nostro unico punto di riferimento e il criterio su cui valutare il nostro agire è solo ed esclusivamente il Vangelo. I martiri hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello. La grazia del Signore “vale più della vita”. Siamo annunciatori della grazia di Dio perché anzitutto siamo stati toccati noi da lei. Annunciamo ciò che abbiamo visto, contemplato, toccato. Questo è il nostro essenziale.

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