
Il Tema del congresso è stato: “Vicinanza, lo stile di Dio nella vita della famiglia”
Oggi, l’Arcivescovo Maurizio ha incontrato il movimento dei Focolari del meridione, riuniti nella nostra diocesi per un importante congresso di tre giorni, al quale partecipano famiglie provenienti da Puglia, Basilicata e Calabria. Il tema del congresso, “Vicinanza, lo stile di Dio nella vita della famiglia”, ci ha invitato a riflettere sulla presenza amorevole di Dio nella vita quotidiana delle famiglie e sull’importanza della vicinanza reciproca come segno di amore e cura. “Un cammino di famiglie, impegnate nel costruire una vita che rispecchi lo stile di Dio”, ha detto il vescovo, citando l’ultimo libro su Chiara Lubich che raccoglie una serie di scritti e discorsi della fondatrice dei Focolari sul tema della vicinanza e della prossimità di Dio.
Nel suo intervento, l’Arcivescovo ha sottolineato come la vicinanza di Dio sia un aspetto fondamentale della nostra esperienza di fede. Partendo dalla lettura dal libro della Genesi, che racconta l’allontanamento di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden, ha evidenziato come, nonostante i momenti di rottura e separazione, la vicinanza di Dio è sempre presente. Quando Dio chiede all’uomo “Dove sei?”, non si tratta di un rimprovero, ma di un invito a riconciliarsi e a intraprendere un cammino di incontro, che è sempre aperto, anche nelle difficoltà familiari.
Il tema della vicinanza di Dio continua ad emergere nel Salmo responsoriale, che ci ricorda che “Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione”. L’Arcivescovo ha invitato tutti a riconoscere che la speranza delle nostre famiglie non dipende solo dalle nostre forze, ma dalla grazia di Dio. È questa grazia che ci dà la forza di superare le difficoltà, di perdonarci e di ricominciare sempre, ogni giorno, con rinnovata fiducia. La vicinanza di Dio, infatti, è un atto di grazia che ci offre rifugio, anche nei momenti più difficili.
Nel Vangelo, Gesù compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, un gesto che esprime in modo concreto la vicinanza di Dio attraverso la condivisione e l’amore. L’Arcivescovo ha sottolineato che la famiglia è chiamata a essere segno di generosità, di accoglienza e di compassione, proprio come Gesù lo è stato. Non si tratta solo di essere fisicamente vicini, ma di nutrire l’altro, non solo con il pane quotidiano, ma anche con la parola di Dio e la compagnia reciproca. Ogni famiglia è chiamata a diventare un segno di amore concreto, di cura e di attenzione reciproca, soprattutto nei momenti difficili.
Infine, l’Arcivescovo ha ricordato come la preghiera di apertura del congresso ci abbia invitato a custodire la famiglia con paterna bontà, invocando la protezione di Dio. La famiglia è un dono prezioso che va custodito non solo sul piano materiale, ma anche spirituale. La vicinanza di Dio ci aiuta a crescere come famiglie, a riflettere il suo amore e la sua misericordia. Custodire la famiglia significa prendersi cura, proteggere, ma anche accogliere ogni membro con pazienza e speranza.
Concludendo, l’Arcivescovo ha invitato tutti a vivere la vicinanza come uno stile di vita che rifletta l’amore e la misericordia di Dio, guardando l’altro con gli occhi di Dio, accogliendolo e nutrendolo tanto con il pane quanto con la parola. Questo congresso, che ci ha uniti come famiglie del meridione, è un’opportunità preziosa per crescere insieme nel cammino di fede, speranza e amore, dove Dio è sempre presente come rifugio e sostegno nelle nostre vite.