Commento al Vangelo di oggi

IL BATTISTA E L’ATTESA: NELLA COERENZA E NELL’UMILTÀ.

Questa 3ª Domenica (Anno A) di Avvento, detta anche: la Domenica “Gaudete” (della gioia), ci fa pregustare quell’allegria serena, tranquilla, che deve accompagnare sempre il Cristiano, anche nei momenti difficili, perché se un cristiano è autentico e coerente, anche se con tanta umiltà, non perderà mai la sua Pace interiore.

Questa è la consegna che ci lascia il Battista, che non solo sta preparando la strada a Gesù, ma ci sta manifestando tutto il suo coraggio e la sua fermezza, nel seguire e difendere la Verità, un atteggiamento che lo porterà alla prigionia e al martirio!

Questa sua coerenza nella Fede, deve riflettersi sull’importanza di poter vivere, anche noi, la nostra vocazione cristiana, con Amore, scoprendo come la bellezza di Dio, va riconosciuta nel nostro quotidiano, vissuto con amore sempre, e non solo negli eventi straordinari.

Ognuno di noi può essere un “novello” Elia, o una “Voce”, che al par del Battista, sa indicare a tanti fratelli ancora dubbiosi, la presenza di Dio, portando Luce, dove c’è solo tanta Oscurità.

Indubbiamente, tutto ciò che ci insegna Giovanni, con la sua vita di uomo forte e umile nel contempo, nonostante la nostra “missione” sia importante e gravosa, dobbiamo essere sempre consapevoli della nostra fragilità e dei nostri limiti, non volendo apparire più importanti di quanto siamo. (“Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3, 30).

Giovanni ci insegna anche, ad unire la fermezza di carattere con l’umiltà: “A lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo” (Gv 1, 27); Giovanni, è consapevole che lui deve diminuire, perché Gesù deve crescere; ed ancora, si compiace che Gesù battezzi più di lui, perché si considera solamente “Amico dello Sposo?” (Gv 3, 26).

Giovanni, pur sapendo bene, chi era Gesù (E lo afferma lui stesso: “Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: colui sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo” (Gv 1, 33), tuttavia, sotto la premura dei suoi discepoli, mentre si trovava in carcere, manda una delegazione da Gesù, per ottenere quella “conferma”, che avrebbe dissipato, ogni loro dubbio, con una domanda ben precisa: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (v 3).

Gesù risponde, più che con le parole, con i fatti: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è lannunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo” (vv 4-6).

Giovanni è “Voce” di una Profezia, a cui è toccato spianare la strada, essere voce di un’altra Voce, scrollarsi di dosso tutta quella gente che lo scambiava per Cristo, che ha saputo dimostrare come Gesù, più che zittire il mondo, è contento di far nascere interrogativi di senso su di Lui, con risposte che finiscono per sconvolgere le nostre stesse aspettative.

Ecco da dove nasce, la grande ammirazione di Gesù per Giovanni: “Lui è più che un profeta”(v 9b), risponderà alla gente mandata da Lui, per chiedergli spiegazioni.

Anzi, Gesù aggiungerà: “In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni Battista” (v 11a).

Per dirla in breve, Giovanni insegna ad ognuno di noi, a prendere sul serio la nostra “missione” sulla terra: essere cristiani coerenti, che hanno consapevolezza di essere ed agire come figli di Dio.

Chiediamoci allora: nella nostra testimonianza cristiana siamo anche noi, forti e credibili nel nostro cammino di fede, come Giovanni, sapendo preparare il nostro cuore, ad accogliere il Signore?

Non solo, tuttavia, in questo Santo Natale, che ci ricorda la sua “prima” Venuta, ma soprattutto nell’attesa della sua “seconda” Venuta, che sarà ancora più gloriosa?

Il Signore benedica i nostri propositi, e ci conceda, in questo tempo di Avvento, di trascorrere anche oggi, una serena e Santa Domenica.

don Michele Romano

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