Commento al Vangelo di oggi

CHI SA “AMARE”, SA ANCHE “SOFFRIRE”!

Scendendo dal monte Tàbor, dove i Discepoli avevano goduto del sublime e misterioso Evento della Trasfigurazione, partecipando, sia pur brevemente, alla “Gloria di Dio”, restano sorpresi e si chiedono perché mai i Farisei, insistono tanto sul fatto che prima deve venire Elia, secondo quanto preannunciato da Malachia: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore ” (Mal 3, 23).

Essi ancora non comprendono, tuttavia, che il Messia è già arrivato, e che la preparazione di Elia è già realizzata: “Ma io vi dico: Elia è già venuto” (v 12).

È il Battista che ne ha preparato il cammino. Ma gli uomini non sanno “riconoscere” la Divinità di Cristo.

Occorrono “cuore e sguardo nuovi” per poterlo riconoscere. Abbiamo tutti bisogno di scoprire l’intenso Amore, che Dio ha per ciascuno di noi.

Solo con la sua Grazia e la nostra Fede in Lui, riusciremo a superare le immancabili difficoltà, diffamazioni e persecuzioni, che, inevitabilmente, si presenteranno sul nostro cammino.

È soprattutto nelle difficoltà, che Lui ci sostiene, e ci incoraggia ad andare avanti.

Il mistero della sofferenza, come Gesù stesso ci dimostrerà, è intimamente connesso con quello dell’Amore (La radice del verbo “Amare”, infatti, è “Soffrire”!), mistero della futura Gloria e della Vita “piena”!

Il monito del Vangelo di oggi (Mt 17, 10-13) è rivolto a tutti noi, che spesso siamo così distratti e disattenti ai tanti “passaggi” che il Signore ci fa giungere, tramite i suoi “Profeti” di ogni tempo, attraverso i quali ci invita a saperlo “riconoscere” nei nostri fratelli, soprattutto se poveri ed emarginati.

Diversamente, anche noi, un giorno, potremo meritare il rimprovero di Gesù: “Sono venuto in mezzo a voi… e non mi avete riconosciuto”.

A tal proposito, Sant’Agostino soleva ripetere: “Ho paura che il Signore passi e io non me ne accorgo!” E lui, non dimentichiamolo, era un Santo.


Noi, poveri peccatori, ancor di più, perché vittime, oggi soprattutto, di imperdonabili distrazioni. Dio Padre, “ci parla in molti modi…” (Eb 1,1), ovvero, media la sua Voce, con gli eventi della storia e della quotidianità (Vedi le tante “Dio-Incidenze” nella nostra quotidianità!).

Qui occorre una lettura sapenziale della nostra vita, e di tutto cio’ che ci circonda! Dio, da noi, attende risposte di gratitudine e di libera adesione la sua Volontà.

Anche in questo Santo Natale ci parlerà ancora, ma, chiediamoci: “Noi siamo pronti ad offrire una risposta generosa e riconoscente?”

Certo, come Elia sull’Òreb, non riconobbe la presenza di Dio nell’uragano, nel fuoco, o nel terremoto, ma in una brezza leggera e silenziosa (1Re 19, 8-14), così anche noi siamo invitati a scoprire la sua Potenza, che si manifesta sempre nell’umiltà e nella semplicità di una “mangiatoia”.

Ci aiuti in questo, la Vergine Madre, conducendoci, come i Pastori umili e gioiosi, all’abbraccio col Dio-Bambino!

Nell’augurare un buon cammino d’Avvento, possiamo tutti vivere, una serena e Santa giornata.

don Michele Romano

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