Commento al Vangelo di oggi

CONCEDICI O SIGNORE, DI SAPER “PIANGERE” E “GIOIRE”.

All’inizio di questo Tempo di Avvento, siamo stati sollecitati: “Svegliatevi dal sonno” (Rm 13, 11), tutto in vista della liberazione vera e totale, con la venuta del Signore.

Il Vangelo di oggi (Mt 11, 16-19), ci insegna che pure di fronte alla Festa più bella e gioiosa dell’Anno, qual’è il Santo Natale, l’Evento più sconvolgente e straordinario della Storia, tuttavia, si può rimanere, stranamente, indifferenti e distratti.

È in grande aumento, purtroppo, anche il numero degli “apatici”, di coloro, cioè, che vivono come se Dio non esistesse, indifferenti ad ogni sua sollecitazione, incapaci di saper “leggere” i Suoi “segni”, nella nostra quotidianità, incapaci, ahimè, di saper “piangere” o “gioire”. (v 17).

Che tristezza! Sicuramente questa “apatia”, ha contagiato anche tanti che si dicono cristiani e che non sono più capaci di meravigliarsi di Lui, causandone il Suo “raccapriccio”.

Un Dio, che mai si stanca di rendersi presente nella vita di ognuno di noi, con quei “segni dei tempi”, che a me piace tanto definire: Le Dio- Incidenze. È qui da ricercare la più grande infelicità del mondo, spesso privo di “gioia vera”, di esaltanti Emozioni, sempre legato invece, al fatuo e all’evanescente.

E, poi, quando c’è qualcosa che non va, secondo i nostri desideri, facilmente scarichiamo la colpa su Dio, ma “la Sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie” (v 19). Paradosso vuole, che nel Natale, mentre Gesù, è “il Dio che viene”, noi, di contro, con questo atteggiamento, rifugiamo da Lui.

Ad alcuni, addirittura, continua a dare fastidio anche la sua sola presenza (Sembra di risentire: “Via! Via! Crocifiggilo” – Gv 19,15); Altri, come novelli Erode, hanno persino, “paura” di Lui, ed ecco che, mentre
Lui “viene”, l’uomo, se ne allontana: “Venne fra i suoi e i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1, 11).

Ogni “fuga”, avviene perché, forse non siamo capaci di farci “piccoli”, proprio come Lui si è fatto “Dio- Bambino”, piccolo nella povera grotta di Betlemme: “Avvolto nell’umiltà delle fasce”.

Di fronte all’Evento di un Dio che viene per salvarci, non possiamo certo più accampare scuse o giustificazioni.

Pertanto, chiediamo al Signore, la “Sapienza” del cuore, che ci aiuti a “riconoscere” Lui, come unico nostro Signore, venuto sulla terra, per salvarci e redimerci.

Mi piace tanto concludere, la riflessione di oggi, con questa bella preghiera di R. Tagore: “Quando trovi chiusa la porta del nostro cuore, Signore non andare via, abbattila ed entra; Quando “dimentichiamo” il tuo nome, non andare via, perdonaci; Quando la tua parola non rompe il nostro torpore, non andare via; Quando sul tuo “Trono di Gloria” ahimè, facciamo sedere “altri”, non andare via, Signore.

Perciò, avanti sempre con fiducia, in questo prezioso cammino d’Avvento.

don Michele Romano

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