CELEBRAZIONE DELLA FESTA DELLA SANTA CROCE SULLA COLLINA DI FRONTE A ROSSANO: UN SEGNO DI LUCE E DI SPERANZA

Rossano – Nella serata di sabato, vigilia della Terza Domenica di Pasqua, si è tenuta la solenne celebrazione della Festa della Santa Croce, tradizionale appuntamento che ogni anno unisce in preghiera la comunità rossanese sulla collina che guarda la città e il mare che bagna la nostra costa, dove svetta la croce luminosa, simbolo di fede e speranza.
La celebrazione di quest’anno ha visto la partecipazione straordinaria dell’Arcivescovo, che ha presieduto la concelebrazione eucaristica insieme ai parroci don Pietro Madeo e don Giovanni Filippelli, alla presenza della comunità delle Suore dell’Immacolata Missionarie del PIME e di numerosi fedeli provenienti da diverse parrocchie della città.
La serata si è aperta con la tradizionale processione dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie fino alla collina della Santa Croce, con l’immagine della Madonna delle Grazie portata in preghiera dai fedeli. Un momento di grande raccoglimento che ha unito la comunità nel cammino, tra canti, luci e silenzi carichi di devozione.
Sulla collina, in uno scenario suggestivo e carico di significato, l’Arcivescovo ha presieduto la Santa Messa, arricchita da un’omelia profonda e toccante, incentrata sul Vangelo della Terza Domenica di Pasqua e sul senso della Croce come segno non di sconfitta, ma di amore vittorioso e di nuova vita.
“Quella croce luminosa – ha detto l’Arcivescovo – non è solo un segno tra le luci della notte. È una voce che parla, che ci ricorda chi siamo e a Chi apparteniamo. È lì, ferma, radicata nella terra e protesa verso il cielo. Come a dirci che anche noi, piantati nella vita concreta di ogni giorno, siamo chiamati a tendere verso Dio nella speranza.” “…non sia solo una luce tra le tante della città, ma la luce del nostro cammino”.
L’omelia ha toccato il cuore dei presenti, richiamando la figura di Pietro e il dialogo con Gesù risorto: “Mi ami?”, domanda che l’Arcivescovo ha rilanciato a tutti i fedeli presenti, come invito a rispondere ogni giorno con fede e amore alla chiamata di Cristo.
Al termine della celebrazione, i partecipanti sono tornati in processione alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si è vissuto un ulteriore momento significativo di ascolto e riflessione. Don Onofrio, insieme alle due novizie delle suore del PIME, Bernardette e Fancisca, ha condiviso una preziosa testimonianza sulla vocazione, toccando il cuore dei presenti con parole semplici e profonde. Le due giovani hanno raccontato il loro cammino di fede e la scoperta della vocazione come risposta all’amore di Dio, don Onofrio ha sottolineato “l’importanza di parole che accarezzano”, capaci di generare vita e speranza.
Un appuntamento che anche quest’anno ha unito fede, tradizione e comunità, sotto il segno luminoso e salvifico della Santa Croce, e che ha continuato a parlare ai cuori anche dopo la celebrazione liturgica, nel segno di una Chiesa viva che ascolta, accoglie e accompagna.

condividi su