Esercizi spirituali dei sacerdoti – Lunedì 24 novembre


Con il sottofondo del rumore delle onde del mar Tirreno, che si infrangono dolcemente sulla spiaggia di Cetraro, presso il Centro Residenziale “Colonia San Benedetto” l’Arcivescovo, Mons. Maurizio Aloise e un nutrito gruppo di sacerdoti della nostra Diocesi, oggi pomeriggio hanno iniziato a vivere l’esperienza degli esercizi spirituali.

A guidarci nella meditazione e nella preghiera è Mons. Vito Piccinonna, Vescovo di Rieti. Il tema di questo tempo di grazia è: “Ministri dell’Altissimo sulle orme del Precursore”.

L’Arcivescovo, introducendo il corso degli esercizi, ha salutato i partecipanti e ha ringraziato Mons. Piccinonna per la sua presenza e il dono della sua Parola. Quest’ultimo ci ha esortati a vivere la preghiera non come un dovere, ma come una necessità. Per cui gli esercizi spirituali sono un dono, un tempo di grazia, da vivere come atto di amore per Dio, per la Chiesa universale, per la nostra Diocesi, per la nostra gente, per chi, a causa della nostra poca testimonianza, si è allontanato da Dio. Ma gli esercizi sono anche un atto di amore verso noi stessi, nei confronti della nostra vocazione, facendo memoria viva del Battesimo e dell’ordinazione sacerdotale, sentendoci avvolti nel vortice dell’abbraccio d’amore di Dio e della Chiesa.
E allora, siamo qui per sentire la cura che il Signore ha per noi. E lo fa gratuitamente. A Dio non interessa il “quanto”, ma il “come” viviamo la nostra vita, totalmente consegnata a Lui.
Siamo qui per ricordarci le parole di Gesù: “Senza di me non potete fare nulla”.

Siamo qui per ricordarci che la fede è il “caso serio” della nostra vita. A volte capita di misurare la qualità della fede degli altri. E la nostra?
Per essere aiutati a vivere al meglio gli esercizi spirituali, Mons. Piccinonna ci ha invitati anzitutto a vivere e a “soffrire” il silenzio. E poi ha proposto due grappoli di domande:

  • Perché sono qui? Come sto camminando? Qual’è il mio rapporto con Dio, con me stesso, con gli altri, a iniziare dai confratelli presbiteri, che sono la mia famiglia?
  • Quali desideri sento che Dio ha per me? Cosa penso che Dio sta desiderando per me?
    A queste domande si può rispondere se ci si apre all’accoglienza della Parola, tenendo conto che “la forza è contenuta nel seme e non nella mano del seminatore”. Che “la Provvidenza domani si alzerà sempre un’ora prima di noi” e, soprattutto, che il protagonista dell’efficacia della Parola è lo Spirito Santo. È lui l’artefice della Creazione. È lui che “è Signore e da la vita”.
    Ancora, Mons. Piccinonna ci ha suggerito di assumere tre atteggiamenti, o posture:
    a) Lo stupore. Brano biblico di riferimento: Salmo 8. Un rischio che corriamo è di essere schiacciati dalle cose da fare, che ci impediscono di meravigliarci di tutto ciò che il Signore opera nella nostra vita. Eppure, quante meraviglie opera in noi e attraverso di noi, con tutte le nostre fragilità.
    b) L’umiltà. Brano biblico: Es 3,1-6. Dio dice a Mosè di togliersi i sandali perché la terra su cui sta camminando è santa. Il gesto di togliere i sandali sta a significare che Mosè non “possiede” quella terra, per cui è una anticipazione del fatto che Mosè non entrerà nella Terra Promessa. Siamo servi, non possessori delle comunità che il Signore ci affida;
    c) La sorpresa. Brano biblico: 1 Re 19,1-18. Si parla del profeta Elia, che sta vivendo un momento di depressione. Dio manda un angelo che gli porta acqua e pane e gli dice: “Alzati, mangia e riprendi il cammino”. Un cammino lungo che lo porterà a mettersi alla presenza di Dio, il quale si manifesta in una maniera diversa rispetto alle altre volte. Sì. Dio si “impara” ogni giorno, non si fa vedere mai “uguale”, è sorprendente.
    All’inizio della meditazione, Mons. Piccinonna ha messo gli esercizi spirituali sotto lo sguardo di Maria, di San Giuseppe, dei nostri santi protettori. Ha andhe chiesto a tante persone di pregare per noi.
    Alla fine ci ha comunicato che, in questi giorni saremo in compagnia di Giovanni il Precursore, che è meglio considera come l’amico dello Sposo. Nella Chiesa, che appartiene a Cristo, unico suo Sposo, i sacerdoti siamo suoi amici.
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