Sintesi della relazione di don Francesco Zaccaria

Nella cornice partecipata dell’Assemblea pastorale diocesana, celebrata sabato 22 novembre nella diocesi di Rossano-Cariati, don Francesco Zaccaria ha offerto una relazione densa e luminosa, capace di indicare con chiarezza le priorità e le sfide del nuovo anno pastorale. Il suo intervento, accolto con attenzione da sacerdoti, religiosi e laici impegnati, ha tracciato un percorso che invita la comunità diocesana a rimettersi in cammino con rinnovato slancio evangelico.

Dopo un breve excursus sul percorso del Sinodo, don Francesco Zaccaria ci ha fatti entrare nel vivo dello stesso cammino e del Documento di Sintesi ad esso collegato che ha per titolo “Lievito di pace e di speranza”.
In realtà, il cammino sinodale nasce da una proposta di papa Francesco il 30 gennaio 2021, quando ai vescovi italiani, chiedendo di ripartire dal Convegno Ecclesiale di Firenze del 2015, propone di intraprendere un “Sinodo nazionale” approfondendo l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium. Nel frattempo, il 24 aprile 2021, il Papa proponeva alla Chiesa universale un nuovo – nuovo sotto tutti i punti di vista – percorso sinodale: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Don Francesco ci ha fatto entrare nella profondità di questo percorso e nel Documento di Sintesi che spesso ha richiamato il concetto di “opzione teologica ed ecclesiologica”.

Il Documento “Lievito di pace e di speranza” della Chiesa italiana, approvato il 26 ottobre scorso, ha precisato don Zaccaria, non è un ricettario, ma un documento a tutti gli effetti, per cui l’intero testo diventa la pista di riflessione, ma soprattutto di attuazione, che le chiese diocesane sono chiamate a percorrere per realizzare ciò che papa Francesco, e oggi in continuità papa Leone XIV, ha richiamato più volte: la missionarietà e la sinodalità. C’è, quindi, una responsabilità da parte dei vescovi italiani e di tutte le componenti ecclesiali perché nei prossimi anni si rinsaldi il cammino sinodale in una prospettiva collegiale e creativa.

Missione e sinodo sono le due strade che papa Leone continua ad indicare perché per essere “chiesa-lievito” nel mondo di oggi. Quel lievito che richiama la piccolezza, ovvero l’essere una realtà in minoranza, ma che ha la forza di accrescere la pasta. Seguendo questa logica, siamo chiamati certamente a prendere coscienza di essere minoranza, ma dobbiamo soprattutto scegliere come essere tali.
Proseguendo il suo discorso, don Francesco, ha sottolineato che il cammino sinodale altro è che il tempo di una cosciente ricezione del Concilio Vaticano II perché si tratta di un percorso teologico a tutti gli effetti che ha visto il pieno e fattivo coinvolgimento di tutte le categorie ecclesiali, quindi il Documento di Sintesi è un testo di un profondo e prolungato discernimento della Chiesa nel suo insieme, per cui contiene una prospettiva profondamente ecclesiale. Quindi, il Concilio sta ancora camminando, sta entrando nella nostra mentalità, trova la sua attuazione e attualizzazione proprio nel percorso indicato dal Sinodo.

Il Documento di Sintesi offre delle coordinate interpretative per proseguire il cammino sinodale e il suo conseguente discernimento ecclesiale in ogni ambito delle chiese locali, ovvero le diocesi.

Il relatore si è soffermato soprattutto sulla terza parte del Documento di Sintesi della Chiesa italiana (la prima ha per titolo: “Il rinnovamento sinodale e missionario della mentalità e delle prassi ecclesiali”; la seconda: “La formazione missionaria e sinodale dei battezzati”), ribadendo il concetto di “corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità”, come recita il titolo di questa parte, attuando il “discernimento nello Spirito” per ascoltare, approfondire, proporre e verificare il cammino che si intraprende.
Tre sono gli aspetti evidenziati da don Francesco: la dimensione strutturale organizzativa della conversione missionaria e sinodale, la corresponsabilità di tutti i battezzati nella differenza dei ministeri, il compito dei pastori e dell’autorità in forma sinodale. Ha così richiamato gli ambiti concreti della pastorale: le parrocchie (chiamate ad attivare una pastorale integrata, superando l’autoreferenzialità e i campanilismi), gli organismi di partecipazione (luoghi di discernimento e di maturazione delle decisioni), la formazione di tutti i battezzati (personale e comunitaria), la ministerialità dei preti e dei laici (per riscoprire la vocazione ecclesiale superando ogni forma di clericalismo), la curia (chiamata ad essere al servizio del processo sinodale).

Concludendo, la relazione di don Francesco Zaccaria ci invita, così come richiamato dal nostro Arcivescovo, a vivere il tempo che si prospetta davanti a noi come tempo della “fase attuativa” per fare scelte coraggiose e creative e rendere le nostre comunità ecclesiali davvero sinodali e missionarie, ovvero “lievito di pace e di speranza” in un mondo che cambia e ci chiede di essere protagonisti e non spettatori del cambiamento.

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