Celebrazione di preghiera presso la Caritas diocesana in preparazione alla Giornata Mondiale dei Poveri

In vista della Giornata Mondiale dei Poveri, la Caritas diocesana ha ospitato un momento di preghiera e riflessione comunitaria presieduto da S. E. l’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise, che ha invitato tutti a rinnovare lo sguardo e il cuore verso i fratelli più fragili.Nel suo intervento, il Vescovo ha proposto una profonda meditazione sul significato della Giornata, ricordando che «oggi il Signore ci invita a sostare davanti al mistero dell’amore che si fa vicinanza, condivisione, tenerezza». “Non si tratta – ha sottolineato – solo di ricordare chi vive situazioni di povertà, ma di lasciarsi trasformare dall’incontro con «il volto di Cristo che brilla nel povero, nel malato, nel solo, in chi è ferito nella dignità».Richiamando il Vangelo e l’insegnamento di San Giovanni, il Vescovo ha ribadito che «Dio è amore» e che questo amore si compie soltanto quando diventa fraternità concreta: «L’amore vero non resta sentimento, ma si fa gesto, presenza, cura».”Gesù stesso – ha ricordato – è colui che porta ai poveri il lieto annuncio non solo con parole, ma rendendo visibile la tenerezza del Padre”. Riprendendo un passaggio significativo contenuto in Dilexi Te Leone VIV, ha affermato: «Per i cristiani i poveri non sono una categoria sociologica, ma la stessa carne di Cristo… Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo». Una prospettiva esigente, che chiede alla comunità credente di vivere la povertà come luogo teologico, spazio in cui Dio si manifesta.Il Vescovo ha poi ricordato anche le parole di Papa Francesco, secondo cui «la più grande povertà è non conoscere Dio, non sentire su di sé il suo sguardo di amore». Da qui l’invito rivolto alla comunità Caritas a chiedere al Signore un cuore capace di vedere: «Purifica il nostro sguardo, perché sappiamo riconoscere nei poveri non un peso, ma un dono; non una categoria da assistere, ma fratelli e sorelle da amare».La celebrazione è stata vissuta come un momento di intensa comunione, in cui è emersa la volontà di costruire una Chiesa sempre più “casa accogliente”, dove nessuno si senta escluso e tutti trovino posto nel cuore di Dio.Il Vescovo ha concluso invocando la grazia di rinnovare nei fedeli la gioia del Vangelo: «La gioia di servire e di amare, nella certezza che ogni gesto di carità, anche il più piccolo, è un seme di speranza che Dio farà fiorire nel suo Regno».

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