
In un clima di profonda emozione e partecipazione, si è celebrata oggi a Corigliano Rossano, la prima giornata commemorativa per il decimo anniversario dell’inserimento del Codex Purpureus Rossanensis nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, in una cerimonia solenne culminata nella presentazione ufficiale di uno dei più straordinari francobolli mai realizzati: un omaggio visivo e simbolico a uno dei capolavori assoluti dell’arte e della spiritualità tardo-antica.
Il francobollo, emesso nella prestigiosa serie tematica “Eccellenze del Patrimonio Culturale Italiano”, suggella un decennio di riconoscimenti, studi, valorizzazione e amore verso un manoscritto che continua a parlare al mondo intero, oltre ogni confine religioso e culturale.
Nella suggestiva cornice del Museo Diocesano che custodisce il Codex, testimone silenzioso della fede e della bellezza del VI secolo, l’Arcivescovo di Rossano-Cariati, S. E. Mons. Maurizio Aloise, nel suo toccante intervento, ha sottolineato come questa celebrazione rappresenti non solo un anniversario, ma una memoria viva, che interpella la coscienza della Chiesa e della società.
«Dieci anni fa il Codex è diventato memoria dell’umanità. Questo testo sacro – al di là del credo – è una lettera d’amore che Dio continua a scrivere all’umanità. Oggi, con la realizzazione del francobollo, la sua bellezza e il suo messaggio viaggiano ancora, per raggiungere nuovi cuori», ha dichiarato il Vescovo, con gratitudine.
Tra i momenti più significativi dell’intervento, il ricordo dell’incontro a Istanbul con il Patriarca Bartolomeo, al quale è stata consegnata l’ultima copia del Codex, realizzata dalla Panini, in un gesto di intensa comunione ecumenica, avvenuto durante la sede vacante della Santa Sede dopo la scomparsa di Papa Francesco. Un segno di unità tra le Chiese d’Oriente e d’Occidente, che ha conferito al Codex un ulteriore valore simbolico e spirituale.
Grande commozione ha suscitato anche il riferimento al concetto di “gelosia”, intesa nella sua radice più antica e positiva di zelo, ardore e custodia amorevole:
«Il Codex è rimasto qui grazie alla cura e alla gelosia di chi lo ha custodito con passione. È un invito per tutti noi a riscoprire il valore della cura, del sacro e della dignità dell’uomo».
La giornata ha visto anche il tradizionale evento “dello spoglio”, l’inaugurazione della mostra celebrativa del decennale e la proiezione del documentario che ne racconta la storia, l’eredità culturale, spirituale e artistica. Un evento che segna anche l’inizio dell’anno celebrativo dedicato al Codex in occasione del decennale del riconoscimento Unesco.
Presenti alla cerimonia rappresentanti della provincia, della regione, del governo e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha autorizzato l’emissione del francobollo, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, di Poste Italiane e del Ministero della Cultura, insieme ai curatori della mostra, alla Soprintendenza di Cosenza, alla cooperativa che gestisce quotidianamente il museo e agli enti patrocinanti.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto agli uffici della Diocesi che con passione e tenacia hanno lavorato alla richiesta del francobollo per anni, permettendo oggi di consegnare alla collettività un vero gioiello filatelico e culturale.
La celebrazione del decennale del Codex non è solo uno sguardo al passato, ma un impegno rinnovato per il futuro, nella consapevolezza che la bellezza, la Parola e la fede sono strumenti di pace, dialogo e umanità.
«Che questo anniversario – ha concluso l’Arcivescovo – sia per tutti noi un invito a custodire, condividere e far vivere la bellezza che ci è stata affidata, mettendo sempre al centro il Vangelo e Gesù Cristo, Parola viva che illumina la Chiesa e l’umanità»
