“Sacerdoti felici”. Questa affermazione ha fatto da filo conduttore alla seconda giornata del Giubileo dei sacerdoti

“Sacerdoti felici”. Questa affermazione ha fatto da filo conduttore alla seconda giornata del Giubileo dei sacerdoti.
I tre momenti che hanno scandito l’intendo “ritmo giubilare”, hanno avuto l’avvio con la Concelebrazione eucaristica, presieduta dal Prefetto del Dicastero per il Clero, S. Em.za Lazarus You Heunh-sik. La Basilica di san Pietro ha accolto in un materno abbraccio migliaia di presbiteri provenienti da tutto il mondo. S. Em.za, nella sua omelia, partendo dal Vangelo proclamato, ha delineato un itinerario vocazionale coniugando tre verbi: lasciarsi chiamare, formarsi e lasciarsi inviare.
Il secondo momento della giornata è stato un incontro internazionale di Vescovi e sacerdoti, che si è svolto nel pomeriggio presso l’Auditorium della Conciliazione. Dopo il saluto iniziale del Prefetto del Dicastero per il Clero, il quale ha affermato che la felicità del prete non è legata alla mancanza di problemi e sofferenze, ma nasce dal rapporto di amicizia vera con Gesù e dalla comunione con il Vescovo, i confratelli e le persone che vengono affidate alla cura pastorale dei presbiteri, sono state raccontate cinque esperienze di pastorale vocazionale provenienti dal Messico, Italia, Argentina, Irlanda e Spagna.
Introdotto da un intermezzo musicale, animato dal coro Misicanova, nel cuore dell’incontro c’è stata la visita di Papa Leone XIV. Accolto da un abbraccio carico di affetto ed entusiasmo, il Santo Padre ha esordito dicendo: “È possibile essere sacerdoti felici perché siamo amici di Gesù”. L’amicizia con il Signore, quindi, è la fonte della gioia del sacerdote. Affinché questa gioia possa essere costante e quotidiana, Papa Leone ha dato tre indicazioni:

  • La formazione, intesa come un cammino di relazione con Gesù, che coinvolge l’intera persona: cuore, intelligenza, libertà.
  • La fraternità, essenziale nella vita del sacerdote. La formazione, quindi, deve creare legami solidi di fraternità, che deve essere sincera ed effettiva. La comunione tra i presbiteri è la testimonianza più efficace del Vangelo. Perciò è importante avere il coraggio di proposte forti e vibranti. Riscoprire la bellezza di essere discepoli alla scuola di Gesù Buon Pastore. La felicità del ministro, quando c’è, si vede.
  • Lo slancio missionario che è la conseguenza più naturale dell’amicizia di Cristo.
    “Non siamo perfetti, ma amici di Cristo, perciò coscienti di essere amati da lui”. Il Santo Padre ha lasciato il Cuore di Gesù come punto di riferimento e fonte della vera felicità.
    L’incontro si è concluso con l’ascolto della testimonianza di buone pratiche di formazione dei futuri sacerdoti, provenienti da diverse parti del mondo, dove c’è una fioritura di vocazioni. Ad esempio, in un seminario dell’Africa, ci sono 700 seminaristi. Le motivazioni dell’aumento del numero di giovani che hanno chiesto di diventare sacerdoti sono: una intensa preghiera vissuta nelle comunità parrocchiali (in tante si vive l’adorazione eucaristica permanente); l’ascolto costante della Parola di Dio; la vita fraterna tra i sacerdoti, vissuta in modo convinto e sereno. Ovviamente, la cura di una intensa vita spirituale da parte di chi riceve la vocazione al dono totale della propria vita è fondamentale.
    Il terzo momento della giornata è stata la Veglia di preghiera vocazionale presso la Basilica di San Pietro, presieduta da S. E. Mons. Rino Fisichella Pro-Prefetto del Dicastero per la nuova evangelizzazione. Durante la Veglia un Vescovo, un sacerdote e un seminarista hanno offerto la loro testimonianza vocazionale, sottolineando la bellezza dell’essere sacerdoti e l’impegno a rendere ancora oggi viva la presenza del Signore Risorto.
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