
Presentazione del Report Caritas–Migranti 2024
“La povertà ci interpella, la carità ci guida”
Si è svolta mercoledì, presso il salone degli stemmi, la presentazione del Report 2024 curato dalla Caritas Diocesana e dall’Ufficio Migranti della Diocesi, dal titolo “La povertà ci interpella, la carità ci guida”. Un momento di riflessione condivisa e analisi approfondita, che ha visto la partecipazione di operatori, volontari, cittadini e rappresentanti delle istituzioni. Tra i fenomeni indagati anche quello dei migranti. La realtà migratoria della diocesi di Rossano-Cariati interpella ogni giorno la Chiesa locale a farsi segno visibile della misericordia di Dio. In un contesto segnato da povertà economica, vulnerabilità infrastrutturale e tensioni sociali, la presenza dei fratelli stranieri, spesso poveri tra i poveri, si trasforma in una sfida evangelica e civile.
Essere Chiesa in questa terra significa non solo distribuire pane e coperte, ma dare voce a chi non ha voce, promuovere giustizia, chiedere politiche territoriali inclusive, e testimoniare con coraggio che nessun essere umano è “di troppo” su questa terra.
I dati aggiornati al 2024 segnalano la presenza di 9.815 cittadini stranieri residenti nella diocesi, distribuiti in maniera disomogenea nei vari comuni. I numeri più significativi si registrano a Corigliano-Rossano (6.652) e Crosia (1.108), ma anche in centri più piccoli come Cariati (588), Spezzano Albanese (374) e Terranova da Sibari (238).
Dal punto di vista della composizione, accanto ai flussi “storici” provenienti dalla Romania, dalla Bulgaria e dall’Albania, si sono affiancati, negli ultimi dieci anni, migranti originari di Marocco, Nigeria, Pakistan, Senegal, Costa d’Avorio, Bangladesh, nonché minoranze dal Medio Oriente (in particolare Siria e Palestina). Dopo il 2022, si registra inoltre la presenza crescente di sfollati ucraini, in particolare donne e bambini in fuga dalla guerra. La domanda di manodopera intensiva in campo agricolo ha sviluppato la piaga del caporalato.
Nell’ambito della realtà diocesana ha preso forma un progetto che, in tutto il suo sviluppo, sa di Vangelo vissuto. Promosso dalla Fondazione Migrantes e dall’associazione NO CAP insieme a CHICO MENDES, questo percorso di legalità ha visto il coinvolgimento di oltre 40 giovani migranti in tutta la Calabria ed in particolare di 15 giovani lavoratori migranti, con l’obiettivo di offrire loro una via di uscita concreta dalla marginalità e una possibilità reale di inclusione lavorativa e umana in luoghi prima impensabili tra serre, campi e aziende agricole per un lavoro giusto e con una adeguata formazione sul campo. Tale progettualità, partita proprio da questa Diocesi, ha portato ad un numero totale di 55 lavoratori regolarmente assunti in un contesto ancora fragile e segnato da illegalità diffusa.
Attraverso le sue articolazioni pastorali, ad iniziare dalla Caritas Diocesana vera protagonista in prima linea e all’Ufficio della pastorale Migrantes ma anche grazie all’impegno silenzioso di molte parrocchie di periferia sono stati messi in campo progetti e iniziative di grande valore.
Tra questi:
• Sportelli di ascolto e orientamento per cittadini stranieri
•Distribuzione di beni di prima necessità nei periodi di raccolta agricola
•Progetti SPRAR/SIPROIMI in collaborazione con i comuni
•Percorsi di mediazione linguistica e culturale nelle scuole
•Collaborazioni con enti del terzo settore per il contrasto alla tratta
•Accoglienza in emergenza per le famiglie ucraine sfollate
•Assistenza presso gli accampamenti informali
A concludere l’incontro è stato l’intervento del Vescovo Maurizio, che ha voluto offrire una lettura pastorale e al tempo stesso operativa dei dati emersi.
«Abbiamo iniziato questa mattinata – ha detto il Vescovo – con una fotografia cruda ma necessaria della nostra terra, attraverso schemi che ci hanno aiutato a cogliere il senso profondo del titolo di questo Report: “La povertà ci interpella, la carità ci guida”. Il rischio che stiamo correndo, se non si interviene in modo deciso e collettivo, è quello della secessione sociale: i più forti si separano e si disinteressano del bene comune; i più deboli scivolano nel silenzio e nella rassegnazione».
Nel suo discorso, il Vescovo ha ribadito un concetto già espresso nella Prefazione al Report, ricordando che dietro ogni dato e ogni numero ci sono volti, storie, persone da ascoltare e da amare con rispetto e tenerezza.
Che non ci venga mai in mente di pensare – ha ribadito il vescovo – che basta riportare i numeri di quante persone abbiamo sostenuto, aiutato, curato, vestito, nutrito per sentirci tranquilli, pensando di aver esaurito il nostro servizio. L’affermazione di Gesù: “Quando avrete fatto tutto quanto vi è stato chiesto di fare dite: siamo servi inutili”, significa che siamo servi senza nessuna utilità, quindi, sempre nella piena disponibilità a vivere nella gratuità e nella disponibilità a lasciarsi pro-vocare dalla realtà, che è sempre in continua evoluzione e cambiamento.
Durante l’intervento è stato citato anche un contributo relativo alla povertà in Calabria, che menziona alcune dinamiche di “alleanze” presenti in specifici contesti territoriali. Il Vescovo ha voluto precisare che tali situazioni non si riferiscono particolarmente alla nostra città, dove, al contrario, è forte e concreta la collaborazione tra le istituzioni, il volontariato e la comunità ecclesiale.
Il Report non si limita a descrivere le criticità: è anche un appello a conoscere, ascoltare e agire insieme, attraverso una mobilitazione cognitiva e la costruzione di un Piano condiviso e integrato per contrastare le disuguaglianze.
Il Vescovo ha espresso gratitudine per i “segni di speranza” già attivi sul territorio nei primi mesi del 2025, come frutto dello studio del Report:
• La Casa di Accoglienza per Detenuti e Famiglie, che sia segno e per superare pregiudizi.
• La nuova Mensa Caritas nell’Area Urbana di Rossano, spazio di ascolto e relazione.
• La Casa Fraterna Beato Giovanni XXIII, rifugio notturno per chi è senza dimora.
• Il Centro di Ascolto e l’Ambulatorio della Speranza, per una sanità solidale.
• Il Centro di Ascolto Giuridico, per difendere i diritti di chi non può permettersi tutela legale.
«Sono segni, non soluzioni totali – ha detto – ma rappresentano il seme di un cambiamento possibile, se condiviso».
L’auspicio, espresso dal Vescovo, è che si possa avviare un Tavolo permanente di confronto tra Chiesa, istituzioni, terzo settore, mondo accademico e società civile, per progettare insieme un futuro più giusto.
In conclusione, il Vescovo ha citato le parole di Papa Francesco e di don Tonino Bello, richiamando tutti alla responsabilità concreta della speranza: «Non possiamo limitarci a sperare, dobbiamo organizzare la speranza».
«Continuiamo insieme – ha concluso – con coraggio e con cuore, a costruire un territorio dove nessuno sia invisibile e dove la speranza non sia un’illusione, ma una realtà quotidiana».
