Nella Domenica delle Palme Mons. Aloise ha evidenziato che “la croce non è la fine, ma l’inizio di una vita nuova”

Domenica delle Palme – Arcidiocesi di Rossano-Cariati

Un’antica tradizione tra storia e speranza

Rossano, 13 aprile 2025 – Si è svolta questa mattina la solenne celebrazione della Domenica delle Palme, presieduta da S.E. Mons. Maurizio Aloise, Arcivescovo di Rossano-Cariati. Il rito, particolarmente sentito dalla comunità locale, come da tradizione ha avuto inizio presso la Chiesa di San Bernardino nel centro storico di Rossano, dove si è tenuta la benedizione delle palme. Questo momento, che segna l’ingresso nella Settimana Santa, conserva un forte significato storico e spirituale per Rossano: le letture proclamate nella lingua greca, infatti, testimoniano le profonde radici bizantine della diocesi e l’antico passaggio dal rito greco a quello latino.

Dopo la benedizione, una partecipata processione si è snodata per le vie del centro storico, guidando i fedeli fino alla Chiesa Cattedrale, dove si è tenuta la Santa Messa solenne.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo, facendo anche riferimento all’anno giubilare in corso, ha invitato i fedeli ad entrare con cuore aperto nel mistero della Passione del Signore, sottolineando come i passi di Gesù verso il Calvario siano “passi di speranza”, capaci di illuminare anche le notti più oscure della vita umana. Riflettendo sul Vangelo della Passione secondo Luca, Mons. Aloise ha messo in risalto la dolcezza e la misericordia con cui Cristo affronta la sofferenza, incarnando pienamente la figura del Servo sofferente descritto dal profeta Isaia.

“La croce – ha affermato – non è un punto fermo, ma un passaggio, non è la fine, ma l’inizio di una vita nuova. È il segno di un amore che non si arrende, che si abbassa per rialzare l’umanità ferita”.

In un clima di profondo raccoglimento, l’Arcivescovo ha invitato i presenti a vivere questi giorni santi non come semplici ricorrenze, ma come un cammino di fede che, passando attraverso la croce, conduce alla luce della Risurrezione.

“Dio – ha detto – non chiede più sacrifici a me, sacrifica sé stesso per me. Accanto alla croce tutto cambia: non perché la fatica sparisca, ma perché non siamo soli. Gesù cammina con noi”.

Con la proclamazione dell’“Osanna al Figlio di Davide”, la comunità diocesana è stata così introdotta nel cuore del Mistero Pasquale, animata dalla speranza che nasce dal Vangelo e sostenuta da una tradizione che unisce memoria, cultura e fede viva.

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