
Un’ondata di luce, preghiera e conforto ha attraversato i corridoi dell’ospedale P.O. “Guido Compagna” di Corigliano grazie alla visita dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati, Mons. Maurizio Aloise. Una visita attesa e carica di significato, che come ogni anno, nel tempo pasquale, si è trasformata in una vera e propria carezza spirituale per pazienti, operatori sanitari e familiari.
Ad accoglierlo calorosamente sono stati il cappellano dell’ospedale Don Agostino Stasi, il Vicedirettore dello SpokeCorigliano-Rossano Dott. Carlo Cimino – in rappresentanza della direttrice Dott.ssa Maria Pompea Bernardi – insieme ai collaboratori della cappellania e una rappresentanza dell’AVO Corigliano. Un momento di comunione, segnato da sorrisi, strette di mano e tanta emozione.
Un’accoglienza festosa tra preghiere e gratitudine
La visita dell’Arcivescovo ha avuto inizio presso il Laboratorio Analisi, dove lo attendevano la Dott.ssa Maria Lucia Petrelli, medico responsabile del laboratorio Analisi Corigliano-Rossano, Rocco Cimino, coordinatore del Laboratorio Analisi Spoke, e tutto il personale biologo, tecnico, infermieristico e ausiliario. Lì, un sentito momento di preghiera ha dato avvio alla giornata, con parole ispirate come:
“Padre, ricco di misericordia, guarda le nostre ferite, risana i cuori afflitti e guida i nostri passi. Fa’ che nella sofferenza nessuno si senta solo…”
A seguire, un piccolo rinfresco ha creato un’atmosfera di festa, semplice ma intensa, come segno di accoglienza e gratitudine.
Reparto dopo reparto, un seme di speranza
Accompagnato dal cappellano e dal personale ospedaliero, Mons. Aloise ha proseguito la sua visita nei reparti, portando parole di conforto, benedizioni e gesti d’affetto. Ogni reparto è stato toccato dalla sua presenza e avvolto in un clima di preghiera.
In Neurologia, alla presenza del Dott. Ivan Iero e di tutto il personale sanitario, l’Arcivescovo ha rivolto parole cariche di incoraggiamento verso chi ogni giorno affronta con dedizione le fragilità più profonde del corpo e della mente.
La visita è proseguita in Pediatria, dove il Dott. Francesco Morrone, gli infermieri, gli OSS, i piccoli pazienti e i loro genitori hanno accolto il vescovo con emozione e tenerezza. In uno dei momenti più toccanti della giornata, Mons. Aloise si è soffermato a benedire ogni bambino, ricordando:
“A voi piccoli, e ai vostri genitori, il Signore risorto porta la forza della resurrezione. Nulla è perduto per chi ama con cuore puro.”
In Radiologia, i medici, gli infermieri e i tecnici hanno condiviso con l’Arcivescovo il valore silenzioso ma fondamentale del loro lavoro, ricevendo da lui parole di stima e incoraggiamento:
“Anche nella penombra di una sala d’esame, si può accendere la luce della speranza.”
Infine, il percorso si è concluso nel reparto di Medicina, dove il primario, Dott. Luigi Muraca, insieme a medici, infermieri e OSS, ha accolto l’Arcivescovo con grande calore. Anche qui, una preghiera ha unito tutti in un unico abbraccio spirituale. Il vescovo ha visitato con amore i degenti, benedicendoli uno ad uno, con parole semplici e profonde.
Un messaggio pasquale per tutti
Durante tutta la visita, ad ogni reparto, Mons. Aloise ha voluto lasciare un messaggio forte e coerente con il tema del prossimo Giubileo: la Speranza. Speranza che nasce dalla croce e che, nella luce della Pasqua, si trasforma in forza per affrontare la sofferenza, nella certezza che ogni dolore è già abitato dal Risorto.
Il vescovo ha benedetto ogni reparto, ogni operatore, ogni paziente, ricordando che:
“Il Signore cammina con noi nei corridoi della sofferenza. Il vostro servizio è Vangelo vivo. Il vostro dolore, terreno santo.”
La gioia di una comunità che si fa prossima
La presenza dell’Arcivescovo ha rappresentato non solo un gesto pastorale, ma anche un segno visibile di Chiesa vicina, presente, che accompagna. In una realtà come quella ospedaliera, fatta di fragilità ma anche di professionalità e amore, questa visita ha rigenerato cuori, risollevato animi, acceso sorrisi.
A chi ha accolto, organizzato, pregato, a chi ha ascoltato, curato, servito, resta nel cuore un giorno che ha saputo trasformare un ospedale in un vero santuario di Speranza.
Perché come recita una delle preghiere donate da questa visita:
“Fa respirare a chi è nella prova, già su questa terra, quell’aria di cielo che un giorno godremo con Te.”
