“Camminare insieme per incontrare Gesù – Iniziare, accompagnare e sostenere l’esperienza di fede”.

11403436_462152867299967_1881190967074375737_nUna chiesa missoniaria, che faccia ritorno alla famiglia e alle radici dei sui valori per evangelizzare con l’esempio della propria vita, ma soprattutto una Chiesa in grado di “condividere” la Parola di Dio, diventando, insieme, un “grembo generativo”. E’ questa la stella polare che illuminerà il cammino della Diocesi di Rossano-Cariati reduce dal Convegno Ecclesiale che si è tenuto presso il centro spirituale “Padre Pio” di San Giovanni Rotondo. Sacerdoti e laici, guidati da S. E. l’Arcivescovo mons. Giuseppe Satriano per tre giorni, con la formula dei laboratori, e grazie al contributo degli interventi e delle testimonianze rese, si sono confrontati sul percorso da intraprendere per rispondere anche e soprattutto alla chiamata del Pontefice Francesco. “Un’avventura di popolo, come quella ecclesiale, non nasce dal niente ma deve fare i conti con il suo passato e guardare al futuro tenendo davanti il presente”. Queste le parole di mons. Satriano che nel suo intervento conclusivo è partito dalla consegna dell’anno pastorale 2013/14 di Mons. Santo Marcianò con l’invito a rilanciare uno stile missionario, ma ha esortato la chiesa locale a compiere un passo successivo: “Le missioni al popolo da voi realizzate, sulla scia di quelle linee pastorali, hanno scosso e rimotivato tanti al proprio rapporto con Dio suscitando fervore e impegno di vita. Tutto questo però non basta, ha esortato mons. Satriano, se non genera percorsi di fede comunitari”. Il pericolo sempre presente e costante è di una deriva verso l’individualismo

 “Non possiamo rimanere rintanati e rassicurati da una pastorale conservativa e devozionale, anche bella e opportuna, ma sicuramente non capace di dare risposte alle domande, spesso drammatiche che inquietano le nuove e le vecchie generazioni che abitano i nostri territori”. Mancanza di lavoro, disagio giovanile, perdita di consistenza della famiglia, micro e macro criminalità, immigrazione, prostituzione, aumento della povertà . e a questi temi la Chiesa cosa risponde? Come annunciamo il messaggio profetico e di speranza della Risurrezione di Cristo a quanti sono angosciati da tutto questo? Su quali percorsi accompagniamo coloro che bussano alle porte delle nostre realtà di chiesa ? “Interessante, ha proseguito nelle sue conclusioni l’Arcivescovo, è quanto affermano i Vescovi in un documento che non dovremmo dimenticare e che rimane di grande attualità, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia:

“Non basta più conservare la fede e avere semplicemente cura delle nostre comunità” … ”È necessaria una pastorale missionaria, che annunci il Vangelo, ne sostenga la trasmissione di generazione in generazione, vada incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono e giusto vivere l’esistenza umana conformemente al Vangelo, contribuire a rendere nuova l’intera società” (VMPMC n.1)

Pertanto, abbiamo bisogno che un sogno di Chiesa si animi di segni, di gesti autentici che mettano in cammino la vita senza ipocrisie e vuote soluzioni.

Solo nella capacità di con-dividere sapremo attestare percorsi generativi di vita per noi e per gli altri. Solo edificando relazioni improntate alla fraternità evangelica sapremo attestare la presenza del Cristo che è in mezzo a noi. Solo solidarizzando, accogliendo l’altro nella sua interezza potremo costruire opportunità di speranza.

C’è un principio del “noi” che va ribadito e risignificato ai vari livelli della pastorale, come ha ricordato nel corso del convegno Paolo Sartor, direttore dell’Ufficio Nazionale Catechistico, che ha indotto alcune riflessioni con riferimento alle provocazioni pastorali scaturite dal documento dei Vescovi Italiani: “Incontriamo Gesù”, ossia  come il pensarci non solo PER gli altri ma anche CON gli altri”. Si avverte , quindi, la necessità di mettersi con coraggio in cammino a livello personale, e allo stesso tempo la capacità di andare incontro agli altri, di incontrarli e sembra essere l’eco di ciò che il Papa afferma nell’EG al n. 24 :

<<La Chiesa ”in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano>>.

“Apriamo con coraggio questo cantiere, ha concluso mons. Satriano, nella direzione del cambiamento sapendo adottare il criterio della gradualità e del coraggio. C’è un cammino lungo ad attenderci, ma con costanza ed impegno sapremo superare quelle resistenze interiori ed esterne a noi, attestando una progettualità che deve essere seria e non estemporanea. Essere generativi richiede la capacità di crescere e maturare in un amore adulto e in una libertà che sa riconoscere ed accogliere il valore dell’altro consapevoli che non siamo soli ma il Signore accompagna il nostro cammino”.

Buona strada … a tutti

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