Riflessione dell’Arcivescovo per la III domenica di Pasqua

ADORAZIONE EUCARISTICA

26 aprile 2020

Riflessione dell’Arcivescovo

III domenica di Pasqua anno A

Lc 24, 13-35

 

         Carissimi,

 

oggi il Vangelo di Luca ci ha regalato una delle pagine più intense, uno degli incontri più affascinanti della narrazione biblica.

Luca sembra ricordarci che sulla strada della vita non siamo mai soltanto tra noi, tra noi uomini, come i due discepoli, ma c’è una terza presenza che sia accompagna al nostro vivere.

Quella strada, che lascia Gerusalemme per dirigersi verso Emmaus, villaggio ancora non ben identificato, è la strada della vita su cui spesso camminiamo, disorientati, delusi, amareggiati, sofferenti nel cuore.

Viandante nel tempo della storia, il Signore cammina con noi assumendo il nostro passo e parlando al cuore di ciascuno.

Anche se non lo cerchiamo, anche se dimentichi di Lui orientiamo il nostro sguardo verso orizzonti di fuga, Egli ci cerca e torna a bussare con delicatezza alla vita di ognuno di noi, suscitando il desiderio, l’ardente passione del vivere e del vivere nella luce dei sogni più belli.

Questo stupendo racconto ci aiuta a scrivere il nostro viaggio spirituale attraverso le desolate strade del dubbio, che spesso attanaglia e soffoco il cuore.

Il passo del Viandante non ha un orizzonte definito e definitivo, Egli va oltre…Oltre le fatiche, oltre la sofferenza e il dolore, oltre le gioie effimere, oltre la sicurezza del vivere, oltre….

Sì, perché la vera vita non può essere contenuta e imbrigliata.

Vivere non può ridursi a orizzonti ripieni di sicurezze fragili.

Vivere ha in sé un respiro che viene da lontano e porta lontano.

Vivere ha il gusto dell’amore e dell’amore che non riempie ma dilata.

Vivere è oltre…ogni attesa e previsione.

Vivere è rinascere, ogni giorno, ogni momento aprendo il cuore al fremito di Dio.

Anche per noi, come per Cleopa e il suo compagno, c’è la possibilità di rinascere.

Questo è possibile come afferma il testo di Luca, partendo …. da Mosè … e … da un pezzo di pane. Parola e Pane, due ingredienti che nutrono e irrorano vita nel cuore e nel corpo e fanno ardere l’esistere. Si risveglia l’amore e rinasce la fede.

Credere non mai questione da intellettuali ma da innamorati. Solo occhi appassionati d’amore vedono ciò che altri non notano. L’essenziale è solo visibile al cuore e al cuore che ama.

Ecco miei cari, stasera siamo qui con questa consapevolezza e desideriamo chiedere al Signore Gesù, non le mille cose di cui necessitiamo, ma solo un cuore capace di amare e di vedere oltre.

Desideriamo metterci sulla sua strada e seguire il suo cammino, aperto e fiducioso.

Alla luce della Parola, e nel segno del Pane spezzato, vogliamo liberare i nostri cuori da ogni pessimismo e fatalismo, per fare ritorno dai nostri fratelli e vivere un abbraccio reale, fatto di condivisione, comunione e fraternità autentica

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