Celebrazione Diocesana in onore della Vergine Santa Achiropita -Omelia dell’Arcivescovo

Omelia

11. VIII. 2018

Celebrazione Diocesana

in onore della

Vergine Santa Achiropita

Carissimi fratelli e sorelle nel Signore,

 

l’odierno appuntamento ci vede radunati per ribadire la nostra fede e la gratitudine del cuore, di ciascun cuore di questo territorio diocesano, alla Madre Celeste.

 

Il convenire di tutti, sacerdoti, popolo di Dio, religiosi e religiose, è segno vibrante di una Chiesa che desidera accogliere ancora una volta l’accorato invito di Cana, con cui Maria ci ha chiesto di divenire veri discepoli del Figlio: “Fate qualunque cosa Egli vi dirà”; ma anche la forte e decisa indicazione di Gesù a Giovanni, dall’alto della Croce: “Ecco tua madre”.

 

Siamo qui con il desiderio forte di vivere l’essere Chiesa sul modello di Maria, Maestra e Guida privilegiata.

 

Alla Sua scuola desideriamo imparare ad accogliere e ospitare la Parola, Cristo nostro Signore, per divenire grembo generativo di vita in questo territorio spesso attraversato da logiche di morte;

 

Con Lei vogliamo vivere il servizio e l’accompagnamento, per dare slancio e valorizzare l’esistenza di coloro he ci sono affidati;

 

In Lei vogliamo dimorare per trovare rifugio ogni qualvolta il maligno ci affligge con i suoi morsi e l’esistenza ci conduce su strade oscure prive di luce.

 

Il nostro essere qui è anche rendimento di grazie, per i benefici che la Vergine Madre non ha negato a tanti di noi in questo anno, ma è anche preghiera implorante benedizione per quanti vivono nel dolore, nello smarrimento o lontani dalla grazia di Dio.

 

Il brano dell’evangelista Giovanni, appena ascoltato, ci apre ad alcune considerazioni che s’innestano bene con la memoria di Maria che stiamo celebrando.

 

Gesù sta parlando nel tentativo di far comprendere qualcosa di sè al cuore di persone ottuse e fuorviate dai propri pregiudizi.

Lui non è un re di questo mondo, pronto a manipolare persone e cose;

lui non è un guaritore proteso a soddisfare la sete di benessere che molti coltivano;

egli non è neanche un mago a cui si può chiedere di mutare la realtà a proprio piacimento.

 

Lui è pane vivo disceso dal cielo!

 

Un’affermazione che scandalizza e disorienta gli uditori, chiusi dentro, indisponibili a farsi guidare verso la luce.

Il suo linguaggio a tanti risulta difficile da comprendere, contraddittorio.

Lui è pane vivo disceso dal cielo!

 

Lui è nutrimento;

è vita che dona vita;

è potenza nascosta e fragile, è realtà superiore, che viene dal cielo, ma sposa la nostra povera umanità;

Lui è il tutto che fa nuova la miseria che siamo.

 

Lui è pane vivo disceso dal cielo!

 

Un pane da spezzare, da condividere ma soprattutto da mangiare.

Un pane necessario per VIVERE, di cui nutrirci, per essere dei “viventi”, uomini e donne che danno gloria a Dio ed esaltano la propria dignità di creature sapendo interpretare l’esistenza a partire dall’amore, dalla capacità di realizzare una vita che si fa dono per gli altri.

 

Solo mangiando di questo pane ciascuno di noi potrà essere assimilato ai sogni di Dio.

Solo mangiando di questo pane saremo plasmati ad un’esistenza ricca di audacia, di coraggio (cor-agere), ovvero una vita ricca di azioni che vengono dal cuore.

Solo mangiando di questo pane ci ritroveremo ad emarginalizzare ogni forma riduttiva del quotidiano, aprendolo alla luce e alla bellezza del Vangelo.

 

Gesù è pane di vita, un pane che non aggiunge giorni al dispiegarsi del tempo ma … vita, pienezza, gioia, senso, forza e coraggio.

 

Maria ci aiuta a comprendere questo mistero di grazia, Lei che si è nutrita del pane della Parola, a cominciare dall’annunzio dell’Angelo sino alle ultime parole del Figlio sulla croce, ha reso vere quelle affermazioni del Cristo, che rispondendo al diavolo nel deserto, disse: “Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.

 

Maria, prima discepola del suo Figlio, ci addita la strada del pane quotidiano da implorare per la nostra vita e la vita di tutti: Gesù!

 

È Gesù il pane di vita che lei ci mostra per saziare la fame che portiamo dentro: una fame che spesso ci scava, ci annienta quando leghiamo i nostri cuori alle cose della terra, perdendo di vista l’unico nutrimento capace di sfamarci pienamente.

 

Con Maria siamo chiamati a passare dalla città del pane, Betlemme, per riscoprire in quel bambino, povero e nudo, adagiato nella mangiatoia, il vero pane che dà vita al mondo, fattosi dono per tutti noi.

 

Sia Lei, fratelli e sorelle carissimi, a liberarci da quel senso d’insoddisfazione che spesso ci prende per futili cose.

Sia Lei a mostrarci la strada per non declinare in modo idolatrico la nostra vita spesso orientata ad un benessere, egoistico e distruttivo.

 

Molte affermazioni che in questi giorni echeggiano nei palazzi del potere, su i titoli dei giornali, ci fanno ben comprendere come la stoltezza umana rende miopi e duri nel cuore.

Ha fatto bene a noi, come Chiesa, passare dall’altra parte del mondo, mi riferisco all’esperienza in Kenya che ci ha portato dalla baraccopoli di Korogocho, in Nairobi, alle zone più desertiche di Laisamis e Loglogo, nel nord del paese. Siamo entrati nelle pieghe di una società povera, derubata da politiche corrotte, spesso alimentate da poteri occidentali.

Tutto questo ci ha fatto cogliere, con chiarezza, come lo spettro del povero, del migrante, del rifugiato, altro non è che la risultante di una indifferenza sociale che pervade il nostro mondo e con il quale sottoscriviamo autentici stupri e abusi nei confronti di società povere, affamando e uccidendo la speranza di tanti popoli, che avrebbero in sé la capacità di costruire percorsi di vita.

 

Aiutaci, o Vergine Achiropita, ad aprire gli occhi su una umanità povera e sfinita, affamata dalla mancanza di dignità derubatale dall’egoismo di molti.

Aiutaci o Madre Santa a non dimenticare che solo chi si nutre di Cristo non avrà più fame in eterno.

Aiutaci o Vergine Achiropita ad essere segno di una vita donata.

Le nostre comunità ecclessiali, le nostre famiglie, imparino giorno dopo giorno, a realizzare una vita eucaristica, aperta e fiduciosa, ricca di amore vero, capace di accoglienza e dono di sé verso tutti.

 

AMEN

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