RSA medicalizzata di Cariati: una realtà di cui aver cura!

Nella nostra Regione, se per un verso sembra affacciarsi la speranza per l’andamento positivo della pandemia Covid-19, per l’altro continuiamo a vivere un periodo pregno di criticità socio-economiche che evidenziano nuove e antiche fragilità.

     In questo contesto emerge, con struggente preoccupazione, la difficoltà in cui versa la RSA medicalizzata di Cariati. Da me visitata più volte all’anno, la struttura ha assicurato finora un importante servizio assistenziale ad una delle fasce più fragili della nostra popolazione: persone anziane e non, affette da patologie croniche non gestibili a domicilio perché particolarmente complesse e, allo stesso tempo, non in condizioni tali da dover richiedere un ricovero in ospedale. Tra questi, sono diversi i pazienti trasferiti dalle varie rianimazioni (Spoke Corigliano-Rossano ma anche Castrovillari) e molti di loro sono spesso affetti da demenza, difficilmente curabili in altri contesti. Non vi è alcuna struttura di tipo residenziale, nel nostro territorio, che si faccia carico di una problematica come la demenza, troppo spesso caricata sulle spalle delle famiglie, lasciate quasi sempre sole, e non in grado di sostenere una patologia così devastante per il tessuto relazionale. 

     Grande l’umanità e la professionalità tra gli operatori sanitari, da me riscontrata nel racconto dei parenti dei degenti. Di anno in anno, medici e infermieri vanno riducendosi inesorabilmente. Questi “eroi del quotidiano”, nonostante la precarietà dei numeri, sono capaci di garantire assistenza accurata e competente a malati cronici, con pluripatologie, e anche un accompagnamento del paziente fino alla morte, nel rispetto della dignità della persona, applicando i principi dell’assistenza palliativa, curando anche quando non si può guarire: un’altra piccola luce nella notte della Sanità calabrese, spesso frantumata da ritardi e interessi di parte.

È molto doloroso che non si assicuri il mantenimento dell’unica struttura che da tempo si è fatta carico di garantire una siffatta assistenza sanitaria. C’è bisogno di risposte certe, di investimenti mirati e coraggiosi, in tempi brevi. Come cittadino e pastore, mi sta a cuore che si assicuri il diritto alla salute per tutti, come sancito dall’art. 32 dalla Costituzione Italiana.

     Da più parti si sente l’imperativo del potenziamento della sanità sul territorio e l’esperienza Covid-19 ha dimostrato l’efficacia della gestione territoriale. Desta preoccupazione constatare che l’unica struttura residenziale pubblica, presente nella fascia ionica cosentina, distintasi per il suo ottimo servizio alla collettività, non abbia il personale necessario per coprire i turni e rischia di non poter dare assistenza alla fascia più fragile della nostra popolazione.

      Una società che si reputi civile non può non partire dai più poveri e più fragili. Offrire l’attenzione necessaria ai disabili, privati del diritto della dovuta assistenza fisioterapica riabilitativa domiciliare, mancante in molte aree del nostro territorio, diviene non solo un problema strutturale ma etico, oltre che evangelico: “Tutto quel che non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me” ( Mt 25,31-46).    

     A tutti chiedo maggiore attenzione e sensibilità nel prendersi cura di questa struttura, necessaria in un territorio troppo deprivato. È importante restituire dignità ai nostri pazienti e alle loro famiglie, sapendo mettere in campo onestà e determinazione nel perseguire percorsi e obiettivi che abbiano al centro la persona. Auspico determinazione e tempestività nell’affrontare questo annoso problema.

                                                                                               + Giuseppe Satriano

                                                                                                        Arcivescovo

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