La Chiesa e i suoi Musei. L’esperienza della Diocesi di Rossano Cariati

Si riporta di seguito il testo integrale dell’intervento di S. E. Mons. Satriano al Convegno tenutosi a Roma nei Musei Vaticani.

Nell’introdurre quanto vissuto a Rossano, desidero farlo con una frase di Santa Camilla da Varano, clarissa di Camerino della fine del 1400, che affermava in un suo scritto: “I virtuosi camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano sulla via di Dio. Se puoi correre non camminare, se puoi volare non correre perché il tempo è breve”.
Concordando con questa visione credo che ogni cominciamento, ogni inizio avvia cambiamenti solo se segnato da un profondo innamoramento di Dio e della realtà in cui si vive.
Ogni atto generativo che sia tale è chiamato a nutrire un debito fiducia verso la realtà, e nel parlare di realtà mi riferisco a quell’insieme di volti, di storie, di vissuti, di persone che animano la vita di un luogo, di una porzione di territorio, di una chiesa locale. Quanto realizzato, e i percorsi aperti all’interno della vicenda di questo museo, toccano corde profonde e non solo spazi da ristrutturare. Si è voluto scrivere insieme un cammino di vita, una nuova avventura da vivere insieme, chiesa e giovani, e non si è solo cercato di realizzare un progetto che fosse significativo sul piano strutturale e tecnologico.
L’ingrediente principale, l’elemento catalizzatore, è stato il desiderio sincero di aprire la vita a nuove opportunità sapendo mettere in relazione passione, lettura del territorio, competenze e risorse. Come affermava una figura antesignana del tempo di Chiesa che stiamo vivendo, don Tonino Bello, prima di camminare insieme bisogna mettersi insieme per camminare. In altre parole c’è bisogno di una visione comune, consapevole e responsabile, di un sogno diuturno, come amava dire.
Così ci si è rimboccati le maniche e, insieme, attraverso un cammino non semplice ma bello, abbiamo cercato, studiato e verificato quanto sognavamo. Mi sono accorto della presenza di giovani preparati e capaci, di sacerdoti disponibili, di tecnici e amministratori che avrebbero potuto sostenere questo cammino e ci siamo gettati.
Il Museo diocesano di Rossano, dopo importanti lavori di ristrutturazione e ammodernamento, viene inaugurato il 3 luglio 2016. Il progetto di riallestimento è stato avviato in concomitanza ad una importante azione di tutela, poiché nel 2012 il Codex fu trasferito a Roma presso L’ICRPAL per un intervento di restauro e di valorizzazione, grazie all’inserimento dell’evangeliario nel registro “Memory of the World” dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il museo rinasce con l’obiettivo di rendere centrale la visita al prezioso evangeliario, che dopo un lungo e delicato restauro, è rientrato nella sua sede rossanese con lo straordinario riconoscimento da parte dell’UNESCO.
Un evento importante per la Diocesi e per la città di Rossano, che da tempo immemorabile ha la fortuna di custodire questa perla del mondo bizantino.
Il progetto, frutto di una profonda sinergia e collaborazione tra Regione, MIBACT e Arcidiocesi di Rossano-Cariati, è la traduzione di un percorso luminoso che ha portato i vari soggetti a concretizzare un sogno condiviso in una collaborazione tangibile e feconda per il territorio.
In uno spazio angusto si sono realizzati itinerari multimediali al passo con le rinnovate esigenze comunicative e le stesse istanze del magistero ecclesiale. L’opera si presenta sobria e ricca al tempo stesso, discreta ed eloquente nei suoi percorsi, capace di valorizzare secoli di storia e periodi di Chiesa che meritano l’attenzione e lo studio di quanti desiderano approfondire e conoscere il genio e la spiritualità di questa nostra Chiesa millenaria.
Il tutto diviene la risultante di un lavoro segnato dalla passione e dalla continuità educativa esercitata da coloro che si sono succeduti nel tempo, che hanno così contribuito alla crescita, al decoro e alla custodia dinamica di questo spazio museale.
L’ideazione e la progettazione ha visto un’analisi ed uno studio approfondito per cercare di restituire, da un lato la giusta dimensione e valorizzazione al bene più prezioso custodito nel Museo, dall’altro il non sminuire l’intera collezione museale, composta da oggetti di grande valore storico e devozionale, capaci di dare voce alla storia del territorio diocesano.
Sono nati due percorsi, o sezioni: il primo dedicato interamente al Codex, con momenti di approfondimento e riflessione; il secondo attento alla collezione museale, concepita come un vero e proprio viaggio nella storia e nell’arte della diocesi.
L’inserimento di supporti multimediali, capaci di interagire con il visitatore, rendono il museo di Rossano uno dei più attivi e comunicativi della regione. Sono presenti supporti video che accolgono il visitatore e lo accompagnano alla conoscenza degli aspetti storici più importanti del Museo. Tutte le sale del Museo sono corredate da una serie di monitor touch-screen, concepiti come una sorta di finestra sul territorio che, oltre a raccontare la storia degli oggetti esposti nelle sale, accompagnano alla conoscenza dei più importanti reperti presenti sul territorio diocesano: tutto si apre allo stupore e alla contemplazione della bellezza.
Adiacente alla nostra Cattedrale-Santuario dedicata alla Vergine SS. Achiropita, il Museo trova la sua sorgente di luce nella presenza di un meraviglioso evangelario miniato del VI secolo. Nella sala Codex un totem multimediale permette di sfogliare virtualmente il manoscritto, conducendo l’osservatore dentro i sorprendenti particolari delle preziose miniature. È bello pensare ad un museo ecclesiale che, nella presenza di un evangelario, trovi il suo centro irradiatore di cultura. Infatti, è nell’incontro storico tra Dio e l’uomo, Cristo Gesù, che la cultura ha saputo rimettere al centro l’umano e la sua dignità.
È proprio il desiderio di ridare dignità ad una terra e al cammino di tanti giovani, che ha portato la Chiesa locale ad abbracciare la sfida del valorizzare gli spazi museali sposando la realtà del tessuto sociale del nostro territorio. Partendo dalla considerazione che solo un cammino inclusivo avrebbe dato un valore aggiunto a quanto si andava realizzando, e cogliendo la mancanza di lavoro e la fuga dei giovani dalla Calabria, come autentiche piaghe che affliggono la nostra terra, la Chiesa diocesana, non con poche resistenze, ha messo in relazione bisogni e domande di questo territorio con l’offerta che nasceva dalla possibilità di gestire lo stesso museo.
L’incontro con forze giovani e competenti, la presenza di un percorso già avviato con il progetto Policoro, l’interfacciarsi con il Segretariato Regionale MIBACT Calabria, hanno reso possibile un lavoro di confronto che ha portato, in oltre un anno di tempo, alla realizzazione di una associazione capace di affiancare l’impegno di questa Chiesa nel rendere il Museo luogo vivo e spazio dinamico, interessante, dove la cultura si attesti come elemento di crescita e d’incontro tra saperi.
Oggi, il Museo è gestito dall’Associazione “Insieme per Camminare”, nata da un sogno di Chiesa. Essa è composta da giovani di varie professionalità accomunati da un unico sentimento e da una forte passione per l’arte e per il proprio territorio.
La nascita di quest’associazione ha inaugurato ulteriori percorsi creativi, semplici ma carichi di speranza: la presenza di un bed&breakfast, Domus Purpurea, per favorire accoglienza nelle vicinanze del Museo; il Cafè Emporio, per offrire ristoro e intrattenimento ai visitatori. Percorsi protesi al rilancio di un centro storico bello ma abbandonato, che necessita di ritrovare strade semplici ma capaci di offrire prospettive di vita possibili. In tutto questo ci siamo coinvolti come Chiesa insieme ai giovani e ad alcuni imprenditori locali.
Quanto stiamo cercando di costruire è un piccolo seme di speranza per arginare le insidie di quel male pervasivo che, in questo tempo complesso, si va attestando sempre più come il disumano ragionevole (l’affermazione non è mia ma la condivido), un disumano quasi opportuno, necessario, povero di memoria e ricco di un pragmatismo edonista.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritrovare uno sguardo luminoso, capace di contemplazione nei confronti della storia e di quei beni che custodiamo. Essi hanno una forza inaudita e meravigliosa nel catturare il cuore e nel narrare la bellezza della storia.
Visitare il museo è un’opportunità per vivere un’autentica esperienza di spiritualità, uno spazio di evangelizzazione, dove l’umano possa risorgere ricco di uno sguardo profondo e non più superficiale, dove la vita del visitatore possa inebriarsi di quella dignità umana che educa alla libertà, alla bellezza e alla tenerezza del vivere. Questa sfida siamo chiamati a viverla con rinnovata audacia, per attestare lo stupore e la meraviglia come vie capaci di donare entusiasmo alla vita e speranza ai giorni.

condividi su