Festa Diocesana della SS Achiropita. Il testo dell’omelia di Mons. Satriano

Festa Diocesana dell’Achiropita

12 agosto 2019

MARIA

CAUSA DELLA NOSTRA GIOIA

Omelia

        Siamo qui come Chiesa, grata e riconoscente, per venerare come la nostra Madre, Maria SS. Achiropita.  

          Da sempre, la Chiesa “sposa” ha posto la sua gioia nel Cristo “sposo”, e nell’amore accolto e ricambiato, sperimentando di giorno in giorno una gioia sempre più grande. E poiché Gesù e venuto a noi per mezzo di Maria, la Chiesa a poco a poco ha compreso che la beata Vergine, in forza della sua collaborazione all’incarnazione del Verbo, è causa, origine, sorgente della gioia messianica.

          È Lei il ponte di grazia su cui è stato possibile realizzare il meraviglioso disegno di Dio, cancellando le conseguenze di un peccato che ha inquinato e ammorbato la storia dell’umanità.

          Maria, con il suo sì al progetto di Dio, ha aperto una strada di speranza all’umanità divenendo immagine della Chiesa, sposa di Cristo, chiamata anch’essa a perpetuare un sì, deciso e generoso, capace di ascolto carico d’amore verso il suo Signore e suo sposo, Gesù.

          Bella l’immagine che Isaia ci consegna nella prima lettura (Is 61,10), dove parlando di Gerusalemme la vede  come città-sposa, rivestita delle «vesti di salvezza», avvolta «con il manto della giustizia». Immagini che ci verranno restituite in altro modo dal Magnificat di Maria.

          Sin dalla sua nascita Maria rappresenta per tutti noi un annuncio di gioia, di vita ritrovata, di vita nuova. L’arco intero della sua esistenza terrena, sino all’assunzione gloriosa in cielo, è per noi motivo di riflessione profonda a causa della meravigliosa e luminosa testimonianza che Lei ci ha consegnato.

          Il Vangelo, pur non parlando della Vergine Santa c’introduce nella comprensione di quelle dinamiche che rendono vera e piena di gioia l’esistenza di un credente.

Maria ha vissuto quanto il vangelo di Giovanni (Gv 15,1-12) ci consegna stasera, dove Gesù, prima di compiere l’ultimo tratto della sua vita, esorta in maniera accorata i suoi discepoli, a rimanere in Lui.

          Per ben tre volte, in questo brano giovanneo, torna il verbo rimanere, quasi ad indicare la via privilegiata per giungere a sperimentare la vera gioia del vivere.

Giovanni, abile narratore, dà una valenza forte a questo rimanere, che be si traduce con “dimorare”.

Il dimorare, infatti, richiama relazioni, affetti, amore. L’uomo dimora dove ha il cuore: abita dove vive relazioni cariche di affetto, di amore vero. Gesù sta comunicando proprio questa verità: l’unione con Dio non può essere qualcosa di astratto, una illuminazione intellettuale, un disquisire filosofico. Essere uniti a Dio non può che essere vita concreta, spesa nell’amore per i fratelli.

Anche la stessa missione di Gesù, che ha unito la sua vita alla nostra, non ha che un solo obiettivo: renderci partecipi di quella intimità con il Padre che genera gioia al cuore e dona gioia al mondo.

          Maria ha vissuto lasciandosi trasfigurare dall’amore, accettando le vette alte a cui Dio l’ha condotta mediante l’obbedienza alla Parola. Solo così Lei ha saputo incarnare, per l’umanità intera, il modello di una vita strappata all’egoismo e consegnata a Dio, per i fratelli.

          Maria è causa della nostra Gioia, ma è anche via che ci conduce alla gioia vera, quella gioia che Gesù desidera alberghi nei nostri cuori.

Con Maria comprendiamo che la gioia spunta sull’albero della croce, lì dove l’uomo rinuncia a se stesso per dimorare in Dio.

          Padre nelle tue mani affido il mio spirito, è il grido del Figlio di Dio fatto uomo che consegna tutto se stesso perché  la vita vera inondasse i nostri cuori.

In quella profonda adesione al Padre c’è anche il Sì di Maria, c’è il Sì di ciascuno di noi quando, assaliti dalla tentazione d’impossessarci della vita, ci consegniamo con fiducia all’azione dello Spirito.

          In questa memoria festosa del patrocinio di Maria SS. Achiropita, poniamo una preghiera accorata perchè la gioia vera dilaghi nei nostri cuori e ci renda ardenti testimoni del Risorto.

          Preghiamo perché le nostre comunità possano avere il respiro della gioia cristiana. La Visita Pastorale che andiamo ad approntare vuole proprio avere questa finalità: confermarci in una fede bella, luminosa, gioiosa.

          Ed è questo l’augurio per il nostro caro Luigi Martino che venendo istituito accolito, non fa un passo ulteriore verso il sacerdozio, ma viene chiamato a dilatare ancora di più il suo cuore per imparare ad essere servo fedele e amorevole a immagine di Cristo che si fece servo dell’uomo sino a donare tutto se stesso.

          Questo ministero, caro Luigi, come afferma il rito, ti impegna a vivere sempre più intensamente il sacrificio del Signore e a conformare sempre più il tuo essere e il tuo operare a Lui, cercando di offrirti ogni giorno in Cristo come sacrificio spirituale gradito a Dio.

          La Vergine Santa Achiropita, causa della nostra letizia, diventi per te madre dolcissima e sostegno per il cammino non semplice che ti attende. Abbandonati a Lei, Maria sia per te maestra di vita e compagna di viaggio privilegiata.

          Anche per noi presbiterio, qui radunato con le nostre comunità, Maria sia il faro luminoso a cui guardare per procedere sicuri nel nostro ministero di pastori del Popolo di Dio.

          Desidero abbracciarvi tutti e ringraziarvi ancora una volta per la generosità con cui vi spendete, per la disponibilità al servizio e per il bene che nutrite per il Popolo di Dio affidatovi. Grazie di vero cuore a nome mio e di tutta la Chiesa diocesana.

          Pregate per me e affidatemi alle cure della Madonna, perché anch’io avverto la povertà del mio ministero e la fragilità del mio cuore.

          Maria SS.Achiropita protegga tutti col suo manto e ci accompagni nel nostro pellegrinaggio terreno.

          Buon cammino a tutti. E così sia

                                       + Giuseppe Satriano

                                              Arcivescovo

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